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martedì 20 novembre 2012

“E’ possibile vivere sani, appagati, senza sprechi e nel rispetto di tutte le creature?”


Questo il titolo-domanda che ha dato il via al bar camp della terza edizione di Change up! Scelgo io®
(Palazzina Liberty, Milano, 20 ottobre 2012). Forse la domanda può sembrare una provocazione o un ideale irraggiungibile: né l’una né l’altro, noi crediamo sia possibile. Ed è il presupposto che ci ha spinte a far incontrare blogger e pubblico, perché pensiamo che lo scambio di idee e di informazioni tra le persone possa innescare e accelerare questo processo di autentico ben-vivere.
Al camp hanno partecipato giovani donne Giusy D’Addio, Marta Albé, Sara Francesca LisotArianna Bosio – che da tempo hanno intrapreso un percorso, ognuna con la propria personalità e la propria storia, verso un modo di agire più consapevole, più informato, più personale e allo stesso tempo più sociale
E così Giusy ha raccontato come sia nata la sua ricerca a partire da problemi di salute dopo il trasferimento a Milano e quanto si possa scoprire per prendersi cura di sé in modo responsabile, grazie a un’informazione a tutto tondo, senza accontentarsi di risposte “facili” su alimentazione, cure mediche, rapporto con se stessi; Marta ha dimostrato come un orticello sul balcone possa cambiare importanti dettagli del quotidiano, già con il semplice fatto di dedicare un po’ di tempo “a mettere le mani nella terra” e sorprendendosi nel vedere la “scalata” delle piantine di fagioli; Sara ha invece scoperto, grazie alla convivenza con una famiglia bretone, la possibilità e le risorse di una vita più semplice; infine Arianna, dopo aver iniziato a leggere le etichette dei prodotti di uso comune (pulizia casa, detergenza personale, cosmesi..), si è accorta che la maggior parte di essi significano sofferenza per gli animali su cui vengono testati e da allora si è organizzata per utilizzare solo prodotti cruelty free. Potete seguire i loro blog, commentare, domandare, sono tutte disponibilissime. 
E dunque, sembra ancora così impossibile dire sì alla domanda che abbiamo posto? Che poi non mira certo alla perfezione (altrimenti sì sarebbe utopia), bensì al Pensiero che fa riflettere prima di attuare una scelta, un Pensiero di attenzione e sensibilità che spinge a porsi domande e che stimola la curiosità, per non accontentarsi delle “ricette preconfezionate” di un illusorio benessere cui siamo stati abituati e che i tempi odierni stanno smascherando inesorabilmente.. Qui ci piace chiudere citando il libro del biologo e scrittore canadese David Suzuki, “L’eredità”, un racconto di verità sul difficile mondo in cui viviamo, ma anche un racconto di speranza: “Ora che i miei se ne sono andati e anch’io sono diventato anziano, il mio pensiero va alla mia stessa mortalità e spero di avvicinarmi alla morte con la stessa dignità e accettazione di mio padre. […] L’universo non è uno spazio semivuoto, bensì è occupato da un evanescente intreccio di forze d’attrazione, da alcuni ritenute la base dell’amore, che formano parte integrante della più ampia trama del cosmo. […] Tra i miliardi di stelle che formano parte di quella galassia, il nostro Sole è una delle tante. Sul suo terzo pianeta, la Terra, un semplice puntino nell’immensità del cielo, è comparsa la vita nell’ultimo quarto dell’esistenza del cosmo. All’ultimissimo momento accadde qualcosa di straordinario: dalla Natura emerse una creatura dotata di autocoscienza, di un’abbagliante creatività e della capacità di provare amore e
meraviglia.[…] Siamo la più recente delle forme di vita del pianeta, una specie giovane ma precoce nel prefigurarsi il suo posto nel cosmo e sognare mondi ancora da venire. Sono convinto che siamo capaci di cose ben più grandi, di riscoprire la nostra casa, di trovare modi per vivere in equilibrio con gli elementi sacri e di creare un futuro pieno di felicità e significato, che sono la nostra vera ricchezza. Morirò prima che i miei nipoti siano diventati adulti e abbiano avuto figli a loro volta, ma nutro la speranza che il loro futuro sia ricco di opportunità, bellezza, meraviglia e armoniosa convivenza con il resto della creazione. L’unica cosa che ci serve è l’immaginazione per sognarlo e la volontà per trasformare il sogno in realtà”.

mercoledì 14 novembre 2012

La bellezza del rispetto

Cosmesi naturale, biologica, organica, cruelty free…
i consumatori sono informati sul significato di queste definizioni? Sanno come i cosmetici influiscono su benessere, salute e ambiente? Se ne è parlato alla tavola rotonda dal titolo  “Il valore della Bellezza. Equilibrio, Rispetto, Salute organizzata da Change up! nell’ambito della manifestazione Change up! Scelgo io® (Palazzina Liberty, Milano 19-21 ottobre 2012), dedicata al benessere naturale e alle scelte sostenibili, in occasione della quale un panel di esperti ha fornito informazioni su definizioni, ingredienti, filiere produttive, test sugli animali… Tutto ciò che serve per orientarsi al momento dell’acquisto, a dispetto di ingannevoli messaggi che puntano su parole come “naturale” per attrarre il consumatore.

Riccardo Anouchinsky di ICEA , ha fornito alcuni dati sull’andamento della cosmesi naturale nel mercato europeo, confermando la Germania il paese più sviluppato.
Uno dei problemi resta certamente quello delle certificazioni. Qui si entra in un mondo frammentato e in un mercato autoreferenziale. L’intenzione è quella di creare, a partire dal gennaio 2015, un sistema unificato per l’Europa da Cosmos Standard (www.cosmos-standard.org) riunisce i principali enti certificatori europei: ICEA per l’Italia, Ecocert e Cosmebio per la Francia, BIDH per la Germania e l’inglese Soil Association.
Purtoppo ancora oggi il consumatore è piuttosto “indifeso” nei confronti dei prodotti cosmetici, in quanto termini come “biologico” e “naturale” possono essere assimilati a prodotti che contengono anche solo una piccolissima percentuale di ingredienti naturali e possono essere pubblicizzati con queste diciture. L’unica arma che il consumatore ha a sua disposizione è quella dell’informazione: leggere sempre con attenzione le etichette con gli ingredienti e laddove non siano chiari alcuni termini o sigle attuare una piccola ricerca personale.
Antonella Rendinelli, medico-chirurgo, settore vivisezione LAV Milano, ha invece affrontato il tema dei test cosmetici sugli animali. A partire dall’11 marzo 2013 l’Unione Europea dovrebbe bandire i test cosmetici anche sulle materie prime sugli animali. Qui purtroppo il condizionale è d’obbligo, in quanto gli interessi in gioco sono molti La vera sfida oggi è incentivare la ricerca alternativa più sicura e certamente più etica.
Sul tema dei packaging è intervenuta Elisabetta Cianfanelli, docente del Corso di Industrial Design all’Università degli Studi di Firenze. La plastica e la carta (rispettivamente con il 41% e il 36%) sono gli imballi più utilizzati nel settore della cosmesi. Il Corso di Industrial Design sta portando avanti alcune ricerche sul packaging per creare nuove soluzioni di confezionamento in cartone dei prodotti per i diversi settori del made in Italy.
Estendendo il discorso alle nostre scelte di benessere legate ai centri e alle spa, quali parametri possiamo considerare? M. Cristina Ceresa, direttore responsabile GreenPlanner, ha spiegato come informarsi prima di scegliere, ad esempio optando per le strutture certificate ClimaHotel che considera elementi come l’efficienza degli edifici, il risparmio energetico, la gestione dei rifiuti, i materiali utilizzati, la mobilità, la gestione delle risorse idriche.
Infine si è parlato del rapporto far bellezza e alimentazione perché “noi siamo quello che mangiamo” e la qualità del cibo ha una notevole influenza sulla salute. Eugenio Barbieri, "il Poeta Contadino" che ogni domenica partecipa alla trasmissione Linea Verde (Rai1) ha anciato un messaggio forte. L’agricoltura deve tornare nelle mani dei contadini, non si può continuare con lo sfruttamento intensivo della terra e tantomeno concedere a quattro multinazionali di possedere le sementi: una grave minaccia alla biodiversità, oltre che ai contadini di tutto il mondo. Riallacciandosi al discorso degli OGM, Gianni Carletti, direttore Ricerca&Sviluppo Biosophia, ha spiegato che questi ultimi sono addirittura già superati dalle nanotecnologia sia nell’alimentazione sia nella cosmesi (in particolare per realizzare i filtri delle creme solari). Uno scenario inquietante poiché gli effetti sulla nostra salute e sulla natura non sono ancora chiari.
La tavola rotonda è stata promossa da Change up! Associazione che ha pubblicato gli Atti sul sito. 

giovedì 25 ottobre 2012

"Quelli che... la Pianta Felice": ricerca e innovazione per la sostenibilità


 Sbarcano al Salone del Gusto di Torino (Lingotto - Torino 25-29 ottobre) Quelli che… La Pianta Felice, un gruppo di aziende dedicate alla ortofloricoltura riunite sotto il cappello Vipot -Total Packaging (Pad. 1 – 1 A – 013). Obiettivo comune: un ciclo di vita virtuoso per le piante, per i prodotti, per l’ambiente.
 A partire da Vipot – il vaso naturale che fa bene alle piante e all’ambiente – è nata una “formazione” composta da sei realtà che lavorano in sintonia, in nome di una nuova floricoltura, nel rispetto della biodiversità, a tutela dell’ambiente, del suo equilibrio e delle risorse. Una realtà innanzitutto di persone, ancor prima che di aziende, nell’impegno comune di creare un nuovo modo di “pensare”, programmando l’intero ciclo di vita di un prodotto in modo virtuoso. In questo caso il prodotto all’origine del ciclo vitale è il vaso Vipot, ottenuto da uno scarto organico disponibile sul territorio - la lolla di riso - che, oltre ad avere il pregio di trasformare uno scarto in materia prima, evita il problema dello smaltimento rifiuti dopo l’uso del prodotto: il vaso Vipot (ottenuto con aggreganti vegetali tramite calore e pressione) offre un habitat prezioso per la crescita e la conservazione della pianta ed è naturale al 100%, ancorché biodegradabile. Non solo: la pianta può essere piantumata – in un altro vaso o nel terreno – nel contenitore Vipot che la ospita perché questo, degradandosi (è infatti programmabile nella sua durata), si trasforma in compost che aumenta la fertilità del terreno. E quindi lo nutre! In più, è molto pratico per l’utente. In questo ciclo di vita virtuoso anche le piante devono essere coltivate secondo gli stessi principi di salute e rispetto ed era quindi fondamentale per Vipot Totalpackaging unirsi con persone che curano in modo sano piante sane; piante che nei vasi Vipot non possono che essere felici. Un’utopia? No, una realtà che prende consistenza grazie all’impegno e alla qualità del lavoro di tutti i soggetti coinvolti, con una forte componente innovativa in un contesto, quello agricolo, che per sua natura fatica a rinnovarsi. Coltivazioni biologiche di piante aromatiche, orchidee italiane, ulivi, piante fiorite, arbusti e altro che seguono un progetto integrato “dalla culla alla culla”, eliminando il problema dei rifiuti e anzi ottenendo da questi un prodotto che, a fine vita, può essere trasformato in energia, grazie alla tecnologia del biogas e, come risultato, in prodotti fertilizzanti (digestato liquido e solido). La duttilità e la versatilità del materiale Vipot si presta oltretutto a molte applicazioni, alcune delle quali già collaudate e altre allo studio.
A Torino Quelli che…..La Pianta Felice! propongono in vendita le aromatiche biologiche in vaso Vipot , ideali e garantite per un utilizzo in cucina e alimentare: si potrà trovare la stevia (lo zucchero in natura), basilico ligure, limoncina, lippia dulcis e tutti gli aromi classici della cucina mediterranea.


Vipot propone la formula ”Balcony”, un kit di semina per creare un orticello di piante aromatiche od orticole da terrazzo o davanzale e confezioni regalo in cui ciotole e vasi Vipot Decor si trasformano in originali contenitori per prodotti alimentari biologici quali i mieli balsamici ed altri prodotti da apicoltura della Green Spot ( le api sono indice di benessere ambientale e vettori di biodiversità).

Altra “golosità” in anteprima, il “Ciocolivo”, una pralina dal cuore di cioccolato fondente e una goccia di olio extravergine d’oliva DOP creato da My Delicious Tuscany assieme a Spoolivi, di cui l’accattivante packaging è un contenitore Vipot.

Special guest i “Fienotti” di EquAzioni: pouf dall’anima di fieno rivestiti in tessuti stampati a tema “food” che offrono varie possibilità di personalizzazione. Una comoda seduta nello stile volto alla sostenibilità elegante dello stand di “Quelli che… La Pianta Felice”.

Le aziende di Quelli che… la Pianta Felice sono presenti nell’elenco espositori alla voce “spezie”. Assieme a Vipot:

Azienda Agricola Merloflor http://www.merloflor.it

Az. Agricola Mewes Jochen Rudiger

Azienda Agricola Ravera Bio http://www.piantearomatichebiologiche.it

Enrico Vincenzo Orchidee www.enricoorchidee.it

Società Pesciatina d’Orticoltura Spoolivi http://www.spoolivi.it

Az. Agricola Thalia Flor http://www.thaliaflor.it

Az. Agricola Bedetti – http://www.gardenbedetti.com



Vipot a Terra Madre: progetto sulla biodiversità
Vipot Totalpackaging è stato invitato dagli organizzatori di Terra Madre per l’allestimento dell’esposizione dedicata alla biodiversità nel mondo. In mostra le sementi originarie dai diversi continenti del pianeta, i bulbi e varie tipologie di riso, un tesoro prezioso da preservare, esposte nei contenitori naturali Vipot in lolla di riso.

In quest’area è presente Dott. Edward Bent, botanico, consulente del settore florovivaistico e scrittore con la sua ultima pubblicazione Wild Flowers, la Cultura della Biodiversità, Sestante Edizioni. Questo libro evidenzia la necessità di apprezzare la natura in modo appropriato per poterla salvaguardare. Il libro considera la minaccia a cui l’ambiente è sottoposto, con una particolare attenzione alle piante spontanee come indicatori dello stato di salute di un ecosistema. Un libro inusuale in cui botanica, arte e filosofia si intrecciano per intraprendere un viaggio di ritorno dell’uomo alla natura. (www.nartura.wordpress.com).

Il libro è in vendita presso lo stand al Pad 1 – 1A – 013.



Salone del Gusto / Terra Madre

Quando: da giovedì 25 ottobre a lunedì 29 ottobre 2012

Dove: Lingottofiere, Via Nizza 280, Torino

Orari: da giovedì 25 ottobre a domenica 28 ottobre: dalle 11 alle 23.
Lunedì 29 ottobre: dalle 11 alle 20







domenica 15 luglio 2012

IL CIRCOLO VIRTUOSO DEL GREENING: PROPOSTE CONCRETE PER INNESCARLO


Non è un buon periodo per l’ecologia, per il clima, per la sostenibilità ambientale. Eppure non ci piace essere negative: nessun circolo virtuoso si innesca in questo modo. Perciò, oltre a fare il punto della situazione, questa settimana vogliamo dedicare la pagina del blog a opportunità concrete per la salvaguardia elle biodiversità e del nostro ambiente.

Parliamo dell’applicazione del greening, l’insieme delle pratiche agricole che assicurano la conservazione della biodiversità, l’adattamento ai cambiamenti climatici e la tutela della qualità dell’acqua.

Si tratta di pratiche agricole importantissime per la riforma del PAC (Politica Agricola Comune) per il 2014-2020. Che però ora, nella proposta della Commissione Europea del 15 maggio scorso, rischiano di giocare un ruolo marginale nel processo di cambiamento che auspicabilmente darebbe vita a un sistema agricolo comunitario sempre più ecologico e sostenibile.

Ecco le proposte della Commissione Europea in fatto di greening:
1)      le aziende agricole sotto i 10 ettari (in Italia il 25% della SAU, quasi 3 milioni di ettari, e l’81% delle aziende) non avranno da osservare alcun impegno per rispettare le regole del greening.
2)     se poi anche le colture arboree saranno esentate (persino i meleti intensivi del Trentino ed i frutteti della pianura padana), poco rimarrà della componente ambientale più importante dell’attuale riforma della PAC. 
3)     se si dovesse decidere inoltre di esentare le aziende fino a 15 ettari dalle rotazioni delle colture, la pratica agricola che prevede l’alternanza dei seminativi a cereali con le legumi per favorire una concimazione naturale del terreno, riducendo l’uso di concimi chimici, sarebbero escluse quasi il 90% delle aziende italiane da ogni obbligo ambientale!
4)     Se sarà infine approvato il criterio della rotazione tra due sole colture (pratica che sarebbe corretto chiamare avvicendamento piuttosto che rotazione delle colture) per le aziende fino a 50 ettari, solo il 3,5% delle aziende italiane si dovrebbe veramente impegnare in azioni concrete per ottenere il premio previsto per le pratiche benefiche per il clima e per l'ambiente.
5)     Infine, è a rischio anche l’obbligo di destinare il 7% della superficie delle aziende agricole alle aree d’interesse ecologico, considerato un obiettivo troppo ambizioso, anche se le maggiori autorità scientifiche europee dice che abbiamo bisogno di dedicare un minimo del 10% dei terreni agricoli alle esigenze ecologiche per assicurare nel medio e lungo termine la conservazione della biodiversità. Prevedere meno del 7% sarebbe disastroso e garantirebbe il fallimento degli obiettivi 2020 definiti dalla nuova Strategia europea per la biodiversità approvata dallo stesso Parlamento Europeo!!!

Dunque è chiaro che, in nome della sicurezza alimentare e della semplificazione
amministrativa e burocratica, la Commissione Europea tende a mantenere pratiche
agricole che continuano ad inquinare l'ambiente, a consumare la sostanza organica del
terreno, a ridurre la biodiversità naturale. 



Come possiamo essere virtuosi anche di fronte a un rischio così grande per l’ecologia, la sostenibilità ambientale, il clima, il rispetto e il mantenimento della biodiversità?

Le Associazioni degli agricoltori biologici e biodinamici, le Associazioni ambientaliste e la Società Italiana di Ecologia del Paesaggio chiedono al Governo italiano (in particolare al Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Mario Catania) e ai parlamentari europei un impegno a sostenere con decisione e lungimiranza un “greening” autentico, che garantisca un premio economico adeguato alle sole aziende che attuano realmente pratiche agricole sostenibili ed efficaci per la conservazione della biodiversità, la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, la gestione efficiente delle risorse idriche, per un’agricoltura moderna in grado di essere con autorevolezza e credibilità parte integrante della green economy europea.

Perciò hanno inviato al Ministro dell’Agricoltura, Mario Catania, all’Assessore della Regione Puglia, Dario Stefano, in qualità di rappresentante della Conferenza delle Regioni sul tema agricoltura ed ai parlamentari delle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato e del Parlamento Europeo una lettera aperta nella quale esprimono la loro preoccupazione per l’andamento del dibattito sulla riforma della PAC. Noi di Change up! la sottoscriviamo in pieno.

Nell’occasione, vi rimandiamo a due articoli che parlano proprio di greening e sostenibilità ambientale, e aggiornano costantemente al riguardo (anche questo è un modo concreto di perorare la causa: essere sempre aggiornati!):

L’articolo di Alternativa Sostenibile (da cui abbiamo ripreso l'emblematica immagine che correda questo post).

-  L’articolo di Green Planet

Siamo virtuosi: let's...Change up!