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martedì 10 settembre 2013

I social e la comunicazione sostenibile: unione perfetta

Web 2.0, web 3.0, web 4.0…. come sarà il futuro della comunicazione? Sempre più un’evoluzione del web e delle sue possibilità di interattività in tempo reale, connettività non-stop, scambio internauta, osmosi tra virtuale e reale? Una cosa è certa: comunicare è sempre più sinonimo di condividere e questo è perfettamente in linea con i valori della sostenibilità e di chi la sostenibilità la comunica per professione. La dimensione etica in termini eco-logici dei prodotti e dei servizi di cui si racconta è il principio su cui essi si fondano; il che significa contenuti per loro natura altamente condivisibili. Ecco perché una modalità tradizionale per comunicarli sarebbe incongruente: i valori non si veicolano tramite spot pubblicitari, ma con racconti, narrazioni, descrizioni, presentazioni, al fine di stimolare domande, riflessioni ed emozioni partecipate, in cui l’Io trasmigra in un Noi fattivo (le tante piccole gocce che formano il mare). Non dimentichiamoci che sono servizi e prodotti richiesti da un pubblico che le informazioni le cerca, che si sottrae alle strategie di comunicazione e di marketing manipolatorie, che legge le etichette e vuole capirle. Quel pubblico che oggi si identifica con la rete.
Non valgono più i messaggi promozionali, ma le notizie con l’intento di responsabilizzare il lettore, chiamarlo direttamente in causa sulle proprie scelte, infine stimolarlo alla riflessione e alla ricerca di ulteriori informazioni. L’obiettivo della comunicazione è di aprire una finestra su un modo di stare al mondo. Insieme. Per continuare a porsi domande e non per trovare appagamento in risposte preconfezionate. L’utente green che viaggia in rete non ha certo paura di essere un “turista fai-da-te”; anzi, lo considera un valore. Perché da turista si è trasformato in esploratore: cerca dati, suggerimenti, testimonianze di chi c’è stato, di chi ha provato, ma anche di esperti, testimonial riconosciuti, teaser accreditati, il più delle volte quei blogger incoronati esperti proprio dal pubblico. Sì, perché la reputazione on line è autenticata e certificata dagli stessi lettori-utenti.

Le realtà che operano e fanno impresa in modo responsabile verso l’ambiente, il lavoro umano, la vita animale non possono permettersi di sbagliare con una comunicazione che segue vecchie logiche. E allora il web non lo possono e non lo devono disertare. Lo devono abitare, poiché sembra nato per loro. Su misura delle loro esigenze comunicazionali e dell'obiettivo stesso del loro fare impresa: creare il cambiamento; nel lavoro, nell’economia, nel sociale; a partire dalla cultura. Abitare i social con questi presupposti necessita un lavoro editoriale da parte di un team multidisciplinare e specializzato che sappia unire ricerca seria delle fonti, mappatura e monitoraggio della comunicazione social delle altre aziende del settore (competitor, sì, ma anche interlocutori ed eventuali partner), stile giornalistico, conoscenza tecnica, sapere tecnologico, ma anche - ed è fondamentale – che viva la sostenibilità in prima persona; perché chi è interessato a questi temi identifica facilmente operazioni di marketing celate sotto il belletto “green”. Attenzione, dunque, a essere innanzitutto veri. Sarà apprezzato chi dichiarerà i propri limiti, se può dimostrare di essersi assunto degli impegni, di essersi messo in viaggio assieme a chi è sulla sua stessa strada. Comunicando secondo i nuovi canoni: a basso impatto ambientale, in modo attendibile e partecipativo
Livia Negri

giovedì 6 giugno 2013

We green blogger: quale professionalità?

"Passione, professionalità, competenza": le chiavi del successo per un blogger. Parola di Marinella Scarico, green geek girl e blogger, fra gli ospiti dell'incontro organizzato da Bioecogeo a Palazzo Giureconsulti il 30 maggio scorso: "We Green Blogger. Storie digitali dal gusto ambientale", parte del programma del convegno dedicato alle opportunità professionali per i giovani nell'ambito della green economy. Moderata dal giornalista ecologico Emanuele Bompan, mandata in streaming e seguita su twitter con l'hashtag #wegreenblogger, la tavola rotonda ha visto quattro relatori raccontare i loro percorsi e identificare le specificità del giornalismo on line: Marinella Scarico, il giornalista Marco Fossi, la sociologa ambientale ed eco-blogger di ecospiragli Anna Simone, il giornalista e blogger per l'ambiente Peppe Crocein collegamento skype. Con l'intervento del vice direttore di Legambiente Andrea Poggio, che ha illustrato le possibilità di partecipazione dei cittadini ai cambiamenti degli stili di vita grazie anche alle web community, come dimostra il progetto degli ecoquartieri promosso dallo stesso Poggio. Una testimonianza che ci porta alla questione posta in sala da Fossi "come può un blog cambiare il mondo?" Lo stesso Fossi ha riportato l'esperimento di Tribewanted: nel 2006 un ragazzo inglese scrive una mail in cui dice di voler colonizzare un'isola deserta. Gli rispondono in 250 e l'impresa parte. L'esperimento viene replicato nel 2008 e oggi c'è una comunità di eco-turismo in Sierra Leone. Un chiaro esempio di community on line che si traduce in una community off line: da piattaforma digitale a progetti realizzati. "A dimostrazione del fatto che una buona idea - afferma Fossi - "se ben costruita, può cambiare la realtà, anche in una situazione geografica critica". Ne emerge la prima caratteristica della comunicazione web 2.0: la circolarità, che significa coinvolgimento e partecipazione. Cosa significa per chi fa informazione attraverso un blog? Ad esempio che deve rispondere a ogni lettore, anche in caso di critica negativa: "si deve avere il coraggio di moderare", come dice Croce. Il coinvolgimento, anzi, è fra gli obiettivi di chi usa i mezzi digitali. Perché un blog è sempre integrato con i social network, che devono essere costantemente monitorati; anche per sapere quanto si è riusciti a diffondere la notizia, quanta partecipazione si è stimolata, quanta community si è riusciti a creare... e allora sarà importante acquisire sempre più autorevolezza. E questa viene dall'attendibilità dei contenuti: selezione e verifica delle fonti, oltre a competenza del settore di cui si parla. Certo, sono regole che valgono anche per la carta stampata, ma nel web diventano fondamentali a causa dei tempi serrati in cui avviene l'interazione autore-lettore e della velocità di diffusione della rete, che se non ritiene serio e corretto un comportamento può danneggiare la reputation in un lampo. Altre regole da non dimenticare, suggerite da Fossi: sapere a chi ci si rivolge, analizzare i risultati, utilizzare lo smartphone. L'analisi dei risultati ottenuti è utile, tra l'altro, per poter monetarizzare il blog attraverso la vendita di pubblicità. 

Per chi il blog lo apre come professionista dell'informazione la questione non è da poco: in quanto lavoro intellettuale, come fare affinché sia riconosciuto e quindi remunerato? Non dimentichiamoci che il blog è una testata e che non è così ovvia la diffusione di informazioni gratuita, come il web ci ha portato a credere. Per i blogger però è anche una questione delicata: come rimanere liberi e trasparenti accogliendo la pubblicità sulla propria testata? Si può, anzi, secondo Peppe Croce è auspicabile, attraverso un cambiamento del concetto di pubblicità, che deve anch'essa informare: "Deve cambiare il rapporto tra l'inserzionista e il blogger: l'inserzionista deve chiedere comunque un pezzo di informazione e il blogger può così aiutare l'azienda a veicolare determinate informazioni che sono di interesse per il pubblico." Ma c'è anche chi, come Scarico e Simone, sceglie un'altra via: il blog come trampolino di lancio, uno strumento per dimostrare le proprie competenze e capacità e avere contatti che portano lavoro, dall'attività giornalistica per altre testate agli incarichi di social media marketing da parte delle aziende. Queste ultime, se lavorano secondo principi di sostenibilità, avranno un vantaggio ad affidarsi a professionisti della comunicazione che ne condividono i valori e che conoscono il settore. In sintesi, comunque, tutti d'accordo nel difendere l'indipendenza dell'informazione, in quanto bene dell'intera società. E anche a lavorare in rete, perché mai come oggi la collaborazione fra persone unite da interessi e valori rafforza la multidisciplinarietà e la specializzazione richiesta dal mondo del lavoro. Ben vengano allora iniziative come quella di Bioecogeo, che ha creato un social network della sostenibilità ambientale, che vuole essere un luogo di incontro per aziende, associazioni, giornalisti, blogger e tutti coloro che vogliono trattare i temi ambientali: bioecogeonetwork.com
Livia Negri

venerdì 22 febbraio 2013

Una moda più etica e responsabile

La scenografica azione dimostrativa di Greenpeace al Castello Sforzesco ha aperto questa edizione della Milano Fashion Week puntando l’attenzione sull’eticità del settore e ponendo urgenti quesiti alle imprese della moda per accelerarne i processi di cambiamento. E oggi alla Biblioteca della Moda a Milano è stato presentato il libro L’impresa moda responsabile (Egea 2013, 30 euro) di Francesca Romana Rinaldi e Salvo Testa, docenti SDA Bocconi. Insieme ai due autori, Diego Valisi (Biblioteca della Moda), Brunello Cucinelli e Anna Adriani (illycaffè), hanno lanciato messaggi positivi sul cambiamento in atto, partito dal settore food, che sempre più coinvolgerà anche il sistema moda. Il libro, stimolato dall’esperienza del blog http://bio-fashion.blogspot.com creato nel 2010 da Francesca Rinaldi, intende sensibilizzare le aziende sulla scarsità delle risorse e sulla necessità di nuovi modelli manageriali che mettano al centro la persona e i valori etici. Sono ormai evidenti i danni provocati dall’industria all’ambiente, a partire dalla deforestazione in Amazzonia fino all’inquinamento dei fiumi in Cina. Un fenomeno purtroppo globale che mette a serio rischio la salute del pianeta. La moda, che ha le sue responsabilità, deve ragionare su parametri fondamentali quali eticità, estetica, economicità che devono interessare tutta la filiera. Oggi il concetto di stakeholder deve tenere conto, o riscoprire, attori come società, ambiente, media, arte e, cultura, territorio, norme e istituzioni. Il caso Illy, come spiegato da Anna Adriani, è un esempio di azienda virtuosa che si avvale di solide partnership di filiera con i fornitori locali, ovvero i coltivatori, e che crea valore ulteriore ad esempio nel sostenere l’arte. Brunello Cucinelli con il suo carisma ha raccontato la filosofia che spinge e motiva le sue azioni imprenditoriali. Una particolare attenzione alla dignità delle persone e una grande fiducia nell’onestà e nei valori morali sono elementi di successo anche economico. Non dobbiamo avere paura, ma riconoscere che siamo in crisi come esseri umani; possiamo ridare dignità al lavoro e a noi stessi perché le cose stanno cambiando.
Salvo Testa ha parlato di una diversa concezione dell’impresa che riguarda l’umanità nel suo complesso e di nuovi temi rilevanti anche nella moda che toccano il consumatore. Il profitto non può essere il fine ultimo ma è una condizione, la cultura morale dell’impresa è il vero punto di forza. E’ necessario contemperare tutti gli interessi, forgiarli per farli confluire in una solida base. Siamo di fronte dunque a una grande opportunità di rigenerazione del sistema moda. E la moda che è simbolica, emulata e media essa stessa, ha una responsabilità maggiore nel veicolare i messaggi. Anche questa è una grande opportunità da cogliere.
Silvia Massimino

giovedì 29 novembre 2012

Anteprima sul nuovo polo della Sostenibilità: e-co.Store FaSE


Nasce in Italia una struttura polifunzionale dedicata all’imprenditorialità sostenibile. Una formula flessibile con servizi integrati per sviluppare retail, marketing, branding. Presentazione al Forum CompraVerde a Milano.

e-co.Store FaSE (www.ecostorefase.com), il primo polo della sostenibilità, partecipa il 5 e 6 dicembre 2012 al Forum CompraVerde a Milano a Palazzo delle Stelline in Corso Magenta 61, con uno spazio informativo e un workshop di presentazione giovedì 6 dicembre alle ore 12.00, saletta Green Cotnact, dal titolo “Servizi integrati di retail e marketing B2B/ B2C, promozione e comunicazione. La risposta concreta di e-co.Store FaSE, struttura-sistema polifunzionale dedicato alle imprese della sostenibilità”.

In un momento di grandi interrogativi su consumi, produzione e distribuzione e in cui si fa sempre più urgente la ridefinizione dei modelli economico-sociali, una risposta concreta per le aziende protagoniste del cambiamento arriva da e-co.Store FaSE. Si tratta di una struttura-sistema polifunzionale che si estende su una superficie di 10mila mq su due piani open space, suddivisi in corner modulabili, e arredati, per esposizione, presentazioni, vendita, attività di business; vetrine virtuali informatizzate; spazi per eventi estemporanei; personale specializzato di orientamento al cliente; soluzioni articolate B2B e B2C; servizi finanziari e di consulenza; piani di comunicazione e promozione.

Presupposti del progetto sono il contenimento degli sprechi, l’investimento nelle rinnovabili, lo sviluppo di tecnologie green, un modo più consapevole di lavorare, produrre, usare, comportarsi e acquistare. Alle aziende il vantaggio di mitigare il rischio, eliminare i costi di gestione e manutenzione e pianificare gli investimenti, scegliendone la durata nel tempo. L’obiettivo è quello di sostenere il nuovo modo di “fare impresa”, aiutando le aziende con principi di sostenibilità a crescere e a rafforzarsi in Italia e all’estero.

Lo spazio disporrà di una grande area ristorazione e food, sale per incontri ed eventi e un calendario di manifestazioni che si svolgeranno nella suggestiva serra panoramica e nella grande piazza antistante l’edificio: attività culturali e di intrattenimento per coinvolgere il pubblico che sarà supportata da un’intensa comunicazione. Inaugurazione prevista: fine 2013.

La stessa sede testimonia il primo risultato di un’azione capace di attribuire all’esistente nuovi significati e di renderlo partecipe di processi di innovazione: e-co.Store FaSE nasce negli edifici storici del complesso Pigna di Alzano Lombardo (Bg), all’interno di FaSEFabbrica Seriana Energia – già luogo di eccellenza per lo sviluppo di sinergie tra attività produttive, espositive, di ricerca, didattiche, culturali, ricreative e commerciali; in partnership con EXPO2015 e in collaborazione con l’Università degli Studi di Bergamo.

e-co.Store FaSE è facilmente raggiungibile da Milano (uscita autostrada A4). All’interno del complesso è prevista la fermata della linea TEB che in 15 minuti raggiunge la stazione centrale di Bergamo e che a breve proseguirà fino all’aeroporto di Orio al Serio.

Change up!, realtà dedicata alla promozione della sostenibilità, collabora con e-co.Store FaSE per la ricerca e la selezione di imprese adeguate al progetto.
Chiediamo alle aziende di aiutarci a conoscere le loro specifiche esigenze attraverso la compilazione di un breve questionario: http://www.ecostorefase.com/index.php/it/questionario.
Più saranno le aziende che lo compileranno, meglio saranno individuate e formulate le soluzioni per le necessità dell'imprenditorialità sostenibile!











giovedì 25 ottobre 2012

"Quelli che... la Pianta Felice": ricerca e innovazione per la sostenibilità


 Sbarcano al Salone del Gusto di Torino (Lingotto - Torino 25-29 ottobre) Quelli che… La Pianta Felice, un gruppo di aziende dedicate alla ortofloricoltura riunite sotto il cappello Vipot -Total Packaging (Pad. 1 – 1 A – 013). Obiettivo comune: un ciclo di vita virtuoso per le piante, per i prodotti, per l’ambiente.
 A partire da Vipot – il vaso naturale che fa bene alle piante e all’ambiente – è nata una “formazione” composta da sei realtà che lavorano in sintonia, in nome di una nuova floricoltura, nel rispetto della biodiversità, a tutela dell’ambiente, del suo equilibrio e delle risorse. Una realtà innanzitutto di persone, ancor prima che di aziende, nell’impegno comune di creare un nuovo modo di “pensare”, programmando l’intero ciclo di vita di un prodotto in modo virtuoso. In questo caso il prodotto all’origine del ciclo vitale è il vaso Vipot, ottenuto da uno scarto organico disponibile sul territorio - la lolla di riso - che, oltre ad avere il pregio di trasformare uno scarto in materia prima, evita il problema dello smaltimento rifiuti dopo l’uso del prodotto: il vaso Vipot (ottenuto con aggreganti vegetali tramite calore e pressione) offre un habitat prezioso per la crescita e la conservazione della pianta ed è naturale al 100%, ancorché biodegradabile. Non solo: la pianta può essere piantumata – in un altro vaso o nel terreno – nel contenitore Vipot che la ospita perché questo, degradandosi (è infatti programmabile nella sua durata), si trasforma in compost che aumenta la fertilità del terreno. E quindi lo nutre! In più, è molto pratico per l’utente. In questo ciclo di vita virtuoso anche le piante devono essere coltivate secondo gli stessi principi di salute e rispetto ed era quindi fondamentale per Vipot Totalpackaging unirsi con persone che curano in modo sano piante sane; piante che nei vasi Vipot non possono che essere felici. Un’utopia? No, una realtà che prende consistenza grazie all’impegno e alla qualità del lavoro di tutti i soggetti coinvolti, con una forte componente innovativa in un contesto, quello agricolo, che per sua natura fatica a rinnovarsi. Coltivazioni biologiche di piante aromatiche, orchidee italiane, ulivi, piante fiorite, arbusti e altro che seguono un progetto integrato “dalla culla alla culla”, eliminando il problema dei rifiuti e anzi ottenendo da questi un prodotto che, a fine vita, può essere trasformato in energia, grazie alla tecnologia del biogas e, come risultato, in prodotti fertilizzanti (digestato liquido e solido). La duttilità e la versatilità del materiale Vipot si presta oltretutto a molte applicazioni, alcune delle quali già collaudate e altre allo studio.
A Torino Quelli che…..La Pianta Felice! propongono in vendita le aromatiche biologiche in vaso Vipot , ideali e garantite per un utilizzo in cucina e alimentare: si potrà trovare la stevia (lo zucchero in natura), basilico ligure, limoncina, lippia dulcis e tutti gli aromi classici della cucina mediterranea.


Vipot propone la formula ”Balcony”, un kit di semina per creare un orticello di piante aromatiche od orticole da terrazzo o davanzale e confezioni regalo in cui ciotole e vasi Vipot Decor si trasformano in originali contenitori per prodotti alimentari biologici quali i mieli balsamici ed altri prodotti da apicoltura della Green Spot ( le api sono indice di benessere ambientale e vettori di biodiversità).

Altra “golosità” in anteprima, il “Ciocolivo”, una pralina dal cuore di cioccolato fondente e una goccia di olio extravergine d’oliva DOP creato da My Delicious Tuscany assieme a Spoolivi, di cui l’accattivante packaging è un contenitore Vipot.

Special guest i “Fienotti” di EquAzioni: pouf dall’anima di fieno rivestiti in tessuti stampati a tema “food” che offrono varie possibilità di personalizzazione. Una comoda seduta nello stile volto alla sostenibilità elegante dello stand di “Quelli che… La Pianta Felice”.

Le aziende di Quelli che… la Pianta Felice sono presenti nell’elenco espositori alla voce “spezie”. Assieme a Vipot:

Azienda Agricola Merloflor http://www.merloflor.it

Az. Agricola Mewes Jochen Rudiger

Azienda Agricola Ravera Bio http://www.piantearomatichebiologiche.it

Enrico Vincenzo Orchidee www.enricoorchidee.it

Società Pesciatina d’Orticoltura Spoolivi http://www.spoolivi.it

Az. Agricola Thalia Flor http://www.thaliaflor.it

Az. Agricola Bedetti – http://www.gardenbedetti.com



Vipot a Terra Madre: progetto sulla biodiversità
Vipot Totalpackaging è stato invitato dagli organizzatori di Terra Madre per l’allestimento dell’esposizione dedicata alla biodiversità nel mondo. In mostra le sementi originarie dai diversi continenti del pianeta, i bulbi e varie tipologie di riso, un tesoro prezioso da preservare, esposte nei contenitori naturali Vipot in lolla di riso.

In quest’area è presente Dott. Edward Bent, botanico, consulente del settore florovivaistico e scrittore con la sua ultima pubblicazione Wild Flowers, la Cultura della Biodiversità, Sestante Edizioni. Questo libro evidenzia la necessità di apprezzare la natura in modo appropriato per poterla salvaguardare. Il libro considera la minaccia a cui l’ambiente è sottoposto, con una particolare attenzione alle piante spontanee come indicatori dello stato di salute di un ecosistema. Un libro inusuale in cui botanica, arte e filosofia si intrecciano per intraprendere un viaggio di ritorno dell’uomo alla natura. (www.nartura.wordpress.com).

Il libro è in vendita presso lo stand al Pad 1 – 1A – 013.



Salone del Gusto / Terra Madre

Quando: da giovedì 25 ottobre a lunedì 29 ottobre 2012

Dove: Lingottofiere, Via Nizza 280, Torino

Orari: da giovedì 25 ottobre a domenica 28 ottobre: dalle 11 alle 23.
Lunedì 29 ottobre: dalle 11 alle 20