giovedì 6 giugno 2013

We green blogger: quale professionalità?

"Passione, professionalità, competenza": le chiavi del successo per un blogger. Parola di Marinella Scarico, green geek girl e blogger, fra gli ospiti dell'incontro organizzato da Bioecogeo a Palazzo Giureconsulti il 30 maggio scorso: "We Green Blogger. Storie digitali dal gusto ambientale", parte del programma del convegno dedicato alle opportunità professionali per i giovani nell'ambito della green economy. Moderata dal giornalista ecologico Emanuele Bompan, mandata in streaming e seguita su twitter con l'hashtag #wegreenblogger, la tavola rotonda ha visto quattro relatori raccontare i loro percorsi e identificare le specificità del giornalismo on line: Marinella Scarico, il giornalista Marco Fossi, la sociologa ambientale ed eco-blogger di ecospiragli Anna Simone, il giornalista e blogger per l'ambiente Peppe Crocein collegamento skype. Con l'intervento del vice direttore di Legambiente Andrea Poggio, che ha illustrato le possibilità di partecipazione dei cittadini ai cambiamenti degli stili di vita grazie anche alle web community, come dimostra il progetto degli ecoquartieri promosso dallo stesso Poggio. Una testimonianza che ci porta alla questione posta in sala da Fossi "come può un blog cambiare il mondo?" Lo stesso Fossi ha riportato l'esperimento di Tribewanted: nel 2006 un ragazzo inglese scrive una mail in cui dice di voler colonizzare un'isola deserta. Gli rispondono in 250 e l'impresa parte. L'esperimento viene replicato nel 2008 e oggi c'è una comunità di eco-turismo in Sierra Leone. Un chiaro esempio di community on line che si traduce in una community off line: da piattaforma digitale a progetti realizzati. "A dimostrazione del fatto che una buona idea - afferma Fossi - "se ben costruita, può cambiare la realtà, anche in una situazione geografica critica". Ne emerge la prima caratteristica della comunicazione web 2.0: la circolarità, che significa coinvolgimento e partecipazione. Cosa significa per chi fa informazione attraverso un blog? Ad esempio che deve rispondere a ogni lettore, anche in caso di critica negativa: "si deve avere il coraggio di moderare", come dice Croce. Il coinvolgimento, anzi, è fra gli obiettivi di chi usa i mezzi digitali. Perché un blog è sempre integrato con i social network, che devono essere costantemente monitorati; anche per sapere quanto si è riusciti a diffondere la notizia, quanta partecipazione si è stimolata, quanta community si è riusciti a creare... e allora sarà importante acquisire sempre più autorevolezza. E questa viene dall'attendibilità dei contenuti: selezione e verifica delle fonti, oltre a competenza del settore di cui si parla. Certo, sono regole che valgono anche per la carta stampata, ma nel web diventano fondamentali a causa dei tempi serrati in cui avviene l'interazione autore-lettore e della velocità di diffusione della rete, che se non ritiene serio e corretto un comportamento può danneggiare la reputation in un lampo. Altre regole da non dimenticare, suggerite da Fossi: sapere a chi ci si rivolge, analizzare i risultati, utilizzare lo smartphone. L'analisi dei risultati ottenuti è utile, tra l'altro, per poter monetarizzare il blog attraverso la vendita di pubblicità. 

Per chi il blog lo apre come professionista dell'informazione la questione non è da poco: in quanto lavoro intellettuale, come fare affinché sia riconosciuto e quindi remunerato? Non dimentichiamoci che il blog è una testata e che non è così ovvia la diffusione di informazioni gratuita, come il web ci ha portato a credere. Per i blogger però è anche una questione delicata: come rimanere liberi e trasparenti accogliendo la pubblicità sulla propria testata? Si può, anzi, secondo Peppe Croce è auspicabile, attraverso un cambiamento del concetto di pubblicità, che deve anch'essa informare: "Deve cambiare il rapporto tra l'inserzionista e il blogger: l'inserzionista deve chiedere comunque un pezzo di informazione e il blogger può così aiutare l'azienda a veicolare determinate informazioni che sono di interesse per il pubblico." Ma c'è anche chi, come Scarico e Simone, sceglie un'altra via: il blog come trampolino di lancio, uno strumento per dimostrare le proprie competenze e capacità e avere contatti che portano lavoro, dall'attività giornalistica per altre testate agli incarichi di social media marketing da parte delle aziende. Queste ultime, se lavorano secondo principi di sostenibilità, avranno un vantaggio ad affidarsi a professionisti della comunicazione che ne condividono i valori e che conoscono il settore. In sintesi, comunque, tutti d'accordo nel difendere l'indipendenza dell'informazione, in quanto bene dell'intera società. E anche a lavorare in rete, perché mai come oggi la collaborazione fra persone unite da interessi e valori rafforza la multidisciplinarietà e la specializzazione richiesta dal mondo del lavoro. Ben vengano allora iniziative come quella di Bioecogeo, che ha creato un social network della sostenibilità ambientale, che vuole essere un luogo di incontro per aziende, associazioni, giornalisti, blogger e tutti coloro che vogliono trattare i temi ambientali: bioecogeonetwork.com
Livia Negri