venerdì 10 dicembre 2010

SUSTAINABILITY - Il sito della Commissione Europea dedicato alla biodiversità

Oggi il passero. Domani potresti essere tu”. Con questo claim, la campagna di comunicazione per la Biodiversità della Commissione Europea sbarca sul web con una serie di iniziative di promozione per sensibilizzare i cittadini, soprattutto quelli più giovani, sui rischi legati alla perdita di molte specie animali e vegetali.
Nell'anno internazionale della Biodiversità nonché anno in cui il Consiglio europeo ha fissato al 2020 il nuovo obiettivo per fermare i tassi di perdita di biodiversità e approvato a marzo un piano d'azione con programmi specifici per riuscire ad arrestare il degrado degli ecosistemi, si inserisce questa massiccia e articolata campagna di comunicazione per richiamare l'attenzione dei cittadini europei sulla varietà della vita sulla Terra e sulle gravi ricadute per l'umanità derivanti dalla perdita di biodiversità.
Al centro delle varie iniziative promosse, sia attraverso eventi nelle diverse città europee che online, ruota sito web creato ad hoc, anima della campagna che raccoglie  tutte le informazioni sulla biodiversità, l'impegno dell'Europa su questo fronte, oltre che sei schede dettagliate su alcune specie a rischio, tra cui appunto il passero. “Sono il passero domestico e sono collegato a te”.
biodiversità
Oltre al passero, protagonista del video virale che sta girando su internet, le schede descrivono il tonno rosso, la rana comune, la mela e lo scoiattolo, tutti presenti, rispettivamente, anche con una loro pagina facebook. Proprio l'utilizzo del social network più famoso del mondo è una delle caratteristiche principali di questa campagna che invita ciascun utente a diventare amico di una delle specie e a “biodeversity” una foto di sé stesso attraverso un'applicazione ad hoc in modo da creare una collezione di “persone biodiversified”.
Finalmente un esempio di comunicazione ambientale efficace e in grado di parlare ai giovani di un tema non affatto semplice da far recepire. E allora che aspettiamo a “biodiversificarci”?
Simona Falasca
(fonte: greenme.it)

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