martedì 2 giugno 2009




“Siamo un ufficio stampa etico, perché non vogliamo che il nostro benessere sia frutto di sofferenza. E crediamo che sia possibile lavorare con profitto nel rispetto della nostra e altrui salute.”


Promuoviamo i brand mediante campagne di comunicazione che veicolano notizie, conoscenza e informazioni sul life style etico declinato per tipologia di prodotti/servizi.

3 commenti:

  1. RASSEGNA STAMPA

    L’etica va di moda? altraqualità all’Ethical Fashion Show
    Lunedì 2 Marzo 2009 alle 4:33
    Pubblicato da chiara

    altraQualità sta facendo un tuffo tra i grandi nomi della moda internazionale: David e Cristina in questi gioni sono a Milano alla prima edizione italiana dell’Ethical Fashion Show, una manifestazione internazionale nata per diffondere e promuovere un approccio etico e alternativo alla moda. Trame di Storie, la linea di abbigliamento disegnata da Cristina e realizzata da alcuni dei nostri produttori in India, Bangladesh, Vietnam, è stata selezionata insieme ad altre 9 collezioni da tutto il mondo per partecipare alla prima edizione italiana, al White, uno spazio che solitamente è occupato dai grandi nomi della moda internazionale. Già ieri il nostro spazio è stato visitato da giornalisti e proprietari di negozi, conquistati oltre che dai colori e dalla morbidezza degli abiti anche dalla originalità della bigiotteria in tagua di Piel Acida e dalle borse di Cyclus e Manifactura Arizas. All’Ethical Fashion abbiamo presentato la linea in cotone organico prodotta da Assisi Garments e certificata da Icea secondo gli standard GOTS (Global Organic Textiles Standard) e una anteprima della nuova collezione primavera estate 2009 (di cui vi racconteremo nei prossimi giorni, intato potete vederne alcune immagini sull’album di Flickr che abbiamo chiamato Fair and Organic Lifestyle). Ieri ci siamo concessi anche una passeggiata nei padiglioni dei marchi più famosi, per capire, confrontarci e sentire dove va il mondo della moda “tradizionale”. Una direzione equo solidale o socialmente responsabile ci è parsa molto lontana, anche se aleggiava un vago interesse per una moda sostenibile almeno dal punto di vista ambientale. Alcuni marchi infatti presentavano linee in tessuti naturali o materiali riciclati, ma non avevano uno specifico progetto di recupero o di certificazione organica: l’impressione che ci hanno lasciato è quella di una proposta passeggera, più che una ricerca di lunga durata (che abbiano mai sentito parlare di greenwashing?) A proposito di verde e di “moda”, un consiglio di lettura che ci hanno appena inviato: Il verde va con tutto. Come cambiare il mondo con stile. Edizioni TEA. E’ appena uscito, noi non lo abbiamo ancora letto, se qualcuno l’ha già acquistato e ci vuole raccontare cosa propone, le porte del blog sono aperte!

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  2. RASSEGNA STAMPA

    MARIE CLAIRE

    Merci Boutique
    Una vecchia Cinquecento sommersa dai rifiuti, emblema del riciclo di Merci nuova boutique etica parigina al 111 boulevard Beaumarchais.

    I vestiti? Drappeggiati da tessuti di scarto. Le borse? Le più originali sono ricavate dagli involucri dei dolciumi o dalla carta patinata dei giornali scandalistici. Se la recessione val bene uno shopping all’insegna del riciclato-urbano, l’indirizzo deve essere quello giusto.
    Si inizia da Parigi, in rue du Pont au Choux, nel Marais alto, dove si trova la boutique Costumisée Par dell’argentina Liza Arico. Il suo capolavoro, Merci Monsieur, è una gonna rosso fuoco ottenuta dalla lavorazione di centoquattordici cravatte di seta vintage. Che fa strage di sguardi insieme a una linea di borse e accessori tornati a nuova vita, come il bauletto-da-viaggio dal titolo evocativo, 100 ans de Mode: in morbido cuoio e ‘illustrato’ da una copia di giornale del 1905 applicata con la tecnica del collage, utilizzando colle a base di mais o di riso.
    Sempre a Parigi ha aperto la boutique Merci, al 111 di boulevard Beaumarchais, che devolve il 100% dei proventi ad associazioni che aiutano le donne e i bambini in Madagascar. In questo insolito spazio di 1500 metri quadrati dedicati al design d’autore come alle collezioni di abiti ultra-griffati (con diversi pezzi unici), voluto da Marie-France Cohen, trovano ampio spazio i materiali organici e riciclati specialmente nel settore home.
    In Italia invece, ad arricchire il filone di accessori eco-glam arriva il candy appeal delle borse Ecoist, realizzate con un mosaico di cartine di caramella riciclate. Si trovano in esclusiva in due botteghe avamposto della cultura del riciclo urbano e cosmopolita: Pinkglam di Heidi Furlanis, in Calle dell’Ospedale 2 a Carole, Venezia, (tel. 0421.212538) e GISHartEcodesign di Alessandra Dini Hidalgo, in via della Posta 63 a Livorno (tel. 0586.958254).
    Boutiques, queste, che aprono a nuove griffes eco-friendly, come le borse Ceebee della designer Carmen Björnald. La sua ultima collezione si chiama Bollywood: dalla tote alla shopping bag, sono ottenute dalla lavorazione di plastiche riciclate e da ex sacchetti della spesa, e sono illustrate da ritagli di riviste di moda o di gossip.
    Dedicate alle fans del riciclo estremo e dal look sportivo sono le eco-bags di Totally Tubular Design della designer californiana Lauren Robertson: pochette e bandoliere ricavate da copertoni di camera d’aria di biciclette.
    Ma l’epicentro del movimento della moda etica resta Londra, dove al 213 di High Road Chiswick ha aperto i battenti Eco-Age, emblema dello shopping green più evoluto grazie a una serie di azioni concrete. La boutique non solo vende accessori e abiti etici, ma organizza anche dei workshops mensili nell’ambito del 12 Degrees Program, in cui coach di talento danno lezioni chiare e pratiche sul come affrontare la recessione con stile disintossicandosi dagli eccessi del consumismo.
    E oltreoceano? Per un souvenir newyorkese ethic-proof c’è la gioielleria di Lisa Linhardt (tra le preferite da Gisele Bündchen) al 156 di First Avenue di New York. Esposti su scaffali e cassette ottenute da legno di recupero, raccolto dopo uragani, tempeste o mareggiate, una serie di monili realizzati in materiali organici o in metalli riciclati, tempestati di diamanti etici. Qui persino i prezzi sono ‘sostenibili’: dai 130 euro per gli anelli in metallo ai 3mila euro per un modello in oro 22 carati con incastonato al centro i riflessi caldi di un rubino (etico ovviamente).
    Albert Valloni

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  3. LIBRI

    Tamsin Blanchard
    Il verde va con tutto
    TEA PRATICA
    € 12,00

    "Fortunatamente, da quando sempre più persone hanno cominciato a fare domande e a pretendere delle risposte, il movimento etico nel campo della moda ha cominciato a ottenere risultati. L'industria sta prestando orecchio alle nostre motivazioni, e ha iniziato a darsi una "ripulita".

    La nuova tendenze è essere eco-fashionista. Questo libro, ricco di in formazioni, indirizzi e consigli pratici, è una guida per tutti coloro che vogliono vivere nel rispetto della natura e del pianeta senza rinunciare al glamour

    E’ stato definito la bibbia del consumatore e il manifesto delle nuove tendenze. Il verde va con tutto, scritto da Tamsin Blanchard, nota giornalista di moda inglese, punta l’attenzione sulla coscienza ecologica dei nostri giorni e spiega che il verde oggi è glam più che mai. Si può infatti avere un look curato e fashion e uno stile di vita appagante, ma allo stesso tempo rispettare l’ambiente. Come? Tamsin Blanchard fornisce una guida completa e ricca di indirizzi utili per trovare abiti in tessuti biologici e riciclabili, scarpe bio-degradabili, prodotti per la casa e cosmetici, ma anche prodotti alimentari naturali e destinazioni di eco-turismo. La versione, curata da Mariangela Rossi, completa il libro con suggerimenti e indirizzi utili per il lettore italiano.
    Non mancano le testimonianze delle celebrità internazionali e consigli pratici su come risparmiare, riciclare e diventare veri eco-fashionisti.

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