mercoledì 3 giugno 2009

GREEN FASHION - L'ultima follia fashion è riciclata ad arte

da MarieClaire.it
I vestiti? Drappeggiati da tessuti di scarto. Le borse? Le più originali sono ricavate dagli involucri dei dolciumi o dalla carta patinata dei giornali scandalistici. Se la recessione val bene uno shopping all’insegna del riciclato-urbano, l’indirizzo deve essere quello giusto.
Si inizia da
Parigi, in rue du Pont au Choux, nel Marais alto, dove si trova la boutique Costumisée Par dell’argentina Liza Arico. Il suo capolavoro, Merci Monsieur, è una gonna rosso fuoco ottenuta dalla lavorazione di centoquattordici cravatte di seta vintage. Che fa strage di sguardi insieme a una linea di borse e accessori tornati a nuova vita, come il bauletto-da-viaggio dal titolo evocativo, 100 ans de Mode: in morbido cuoio e ‘illustrato’ da una copia di giornale del 1905 applicata con la tecnica del collage, utilizzando colle a base di mais o di riso.
Sempre a Parigi ha aperto la boutique
Merci, al 111 di boulevard Beaumarchais, che devolve il 100% dei proventi ad associazioni che aiutano le donne e i bambini in Madagascar. In questo insolito spazio di 1500 metri quadrati dedicati al design d’autore come alle collezioni di abiti ultra-griffati (con diversi pezzi unici), voluto da Marie-France Cohen, trovano ampio spazio i materiali organici e riciclati specialmente nel settore home.
In Italia invece, ad arricchire il filone di accessori eco-glam arriva il candy appeal delle borse
Ecoist, realizzate con un mosaico di cartine di caramella riciclate. Si trovano in esclusiva in due botteghe avamposto della cultura del riciclo urbano e cosmopolita: Pinkglam di Heidi Furlanis, in Calle dell’Ospedale 2 a Carole, Venezia, (tel. 0421.212538) e GISHartEcodesign di Alessandra Dini Hidalgo, in via della Posta 63 a Livorno (tel. 0586.958254).
Boutiques, queste, che aprono a nuove griffes eco-friendly, come le borse
Ceebee della designer Carmen Björnald. La sua ultima collezione si chiama Bollywood: dalla tote alla shopping bag, sono ottenute dalla lavorazione di plastiche riciclate e da ex sacchetti della spesa, e sono illustrate da ritagli di riviste di moda o di gossip.
Dedicate alle fans del riciclo estremo e dal look sportivo sono le eco-bags di
Totally Tubular Design della designer californiana Lauren Robertson: pochette e bandoliere ricavate da copertoni di camera d’aria di biciclette.
Ma l’epicentro del movimento della moda etica resta
Londra, dove al 213 di High Road Chiswick ha aperto i battenti Eco-Age, emblema dello shopping green più evoluto grazie a una serie di azioni concrete. La boutique non solo vende accessori e abiti etici, ma organizza anche dei workshops mensili nell’ambito del 12 Degrees Program, in cui coach di talento danno lezioni chiare e pratiche sul come affrontare la recessione con stile disintossicandosi dagli eccessi del consumismo.
E oltreoceano? Per un souvenir newyorkese ethic-proof c’è la gioielleria di
Lisa Linhardt (tra le preferite da Gisele Bündchen) al 156 di First Avenue di New York. Esposti su scaffali e cassette ottenute da legno di recupero, raccolto dopo uragani, tempeste o mareggiate, una serie di monili realizzati in materiali organici o in metalli riciclati, tempestati di diamanti etici. Qui persino i prezzi sono ‘sostenibili’: dai 130 euro per gli anelli in metallo ai 3mila euro per un modello in oro 22 carati con incastonato al centro i riflessi caldi di un rubino (etico ovviamente).

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