Gunter Pauli, economista e imprenditore belga, classe 1956, per qualcuno è un visionario. Ma in realtà è un uomo concreto, molto concreto. Qualche esempio? Ha fondato la "Zero Emissions Research Initiative" (Zeri) che riprogetta processi produttivi trasformandoli in raggruppamenti di industrie non inquinanti e collabora con governi e istituzioni per individuare modelli di sviluppo sostenibile. Dirige l’azienda Ecover a impatto zero che produce detergenti completamenti biodegradabili e nel 2009 ha contribuito alla creazione di 104 aziende.
La scorsa settimana è stato ospite a un convegno nell’Auditorium della sede di Milano del Sole 24Ore organizzato in collaborazione con il Consorzio CONAI e ha presentato il suo ultimo libro Blue Economy che raccoglie un centinaio di esempi alcuni realizzati, funzionanti e redditizi, altri in fase di studio, di innovazione ispirata alla natura. Il sistema economico, spiega Gunter Pauli, deve infatti ispirarsi alla natura, alle leggi della fisica, è lì che troviamo le risposte. Nel mondo vivente ogni cosa si trasforma e viene riutilizzata senza generare rifiuti e senza inquinare. In natura non esistono scarti o disoccupati.
Gunter Pauli spiega che la Blue Economy, un passo successivo rispetto alla Green Economy (blu è il colore della terra vista dallo spazio) e prende in considerazioni quattro pilastri fondamentali: crescita, felicità, costruzione di un capitale sociale, imprenditorialità. Bisogna competere in un mondo di sostenibilità e soddisfare i bisogni con quello che abbiamo. La parola chiave è innovazione che aumenta la competitività, crea posti di lavoro e migliora l’imprenditorialità.
Innanzitutto è necessario eliminare le produzioni e il consumo insostenibili e osservare la natura con le sue leggi: in natura nulla esiste con una sola motivazione.
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