sabato 21 luglio 2012

UNDICESIMO: NON SPRECARE GLI ADOLESCENTI

Il titolo di questo post (come del resto il post stesso) sono ispirati questa settimana a due adolescenti che ci hanno fatto molto riflettere. 


Di questi tempi si parla tanto di cosa si dovrebbe fare per il futuro, ma molto poche sono le volte in cui la parola si lascia proprio ai protagonisti del futuro più prossimo: gli adolescenti di oggi.


Durante i giorni di Rio+20,  conferenza sul futuro della vita, delle future generazioni, delle foreste, degli oceani, dei fiumi e dei laghi da cui tutti noi dipendiamo per avere cibo, acqua ed energia, abbiamo pubblicato sulla nostra pagina Facebook il video appassionato di una pre-adolescente di 20 anni fa: la ex 12enne che zittì i potenti del mondo facendo loro domande tanto ingenue quanto intense sulla situazione ambientale globale. (Ve lo riproponiamo: eccolo!)


Oggi siamo rimasti colpiti dalle parole di un'altra adolescente, che ha scritto alla redazione di Non Sprecare uno sfogo accorato: 18enne, vive da un mese in una zona dell'Emilia colpita dal sisma. Ed è molto pessimista riguardo il futuro.


Desideriamo riproporvi la lettera di questa adolescente, ma anche la risposta di Antonio Galdo, il giornalista e scrittore che gestisce il portale Non Sprecare, perché si rivolge a lei con rispetto e dandole speranza: quella che lei cresca senza cambiare, e senza sprecare (oltre alle risorse della Terra), neanche l'ottimismo della volontà e il pessimismo dell'intelligenza. 




Gentile Antonio Galdo,
salve, il mio nome è Sara. Ho diciotto anni da appena un mese e vivo in Emilia Romagna, vicino alle terre colpite maggiormente dal sisma di maggio. Le scrivo per cercare di ritrovare un po' di speranza e fiducia in ciò che mi attornia, sperando che, una volta inviato questo sfogo tipicamente adolescenziale, possa sentirmi più serena. Più passano i giorni più mi convinco che questo mondo non giri al contrario, perché in realtà è fermo e morto ormai da decenni. La sensazione di rancore e smarrimento che da mesi provo osservando e interagendo con la rozza società, non è frutto dell'interminabile e folle adolescenza o di un periodo foscoliano (ossia eccessivamente pessimista): credo invece che il costante contatto con l'immoralità e brutalità di questa società mi stia facendo covare un incontrollabile sentimento di collera e un incolmabile desiderio di fare giustizia dove è necessario. Sono triste al pensiero che il latte che bevo ogni mattina possa contenere diossina e varie sostanze cancerose, che la carne di pollo che di tanto in tanto mangio abbia il sapore di pesce, che il formaggio rassomigli a scaglie di candele fuse assieme, che la frutta abbia un'invisibile ma dannosa patina di veleni sulla buccia. Mi rattrista entrare in un supermercato e vedere banconi pieni di cibo inscatolato, lunghissimi scaffali stra-pieni di cibi confezionati, e di sapere poi che buona parte di quelle mercanzie finisce nelle pattumiere quando è ancora commestibile, mangiabile, mentre fuori c'è gente che ha bisogno di cibo ma non se lo può permettere - soprattutto ora che la povertà aumenta a vista d'occhio. Mi dispiace sapere che l'aria è sempre più inquinata, che anche se possiedi un orto biologicamente puro in giardino non fa la differenza perché a cinque metri di distanza sfrecciano continuamente automobili che avvelenano i frutti, che ci sono politici, governanti, uomini potenti che decidono di costruire un inceneritore a pochi passi da un campo agricolo, da un parco, da un centro abitato, che, quindi, viviamo in una società che preferisce di gran lunga bruciare i rifiuti - che sono qualcosa di prezioso - piuttosto che riutilizzarli per produrre altre cose. Vorrei che il mondo cambiasse, che le persone fossero più consapevoli di quel che sta accadendo, di ciò che stiamo facendo, perché se il mondo è sulla strada sbagliata è soltanto colpa nostra, poichésiamo noi ad avere le redini. Ma so anche che il mondo non cambia totalmente da un giorno all'altro, e che è difficile da sistemare. Come si può sperare che un giorno tornerà l'aria pulita quando ormai l'automobile è un'esigenza e le fabbriche sono ineluttabilmente inquinanti (eccetto alcune, quelle ecologicamente avanzate)? Com'è possibile immaginare una società in equilibrio quando da una parte si muore per i chili di troppo e dall'altra si soffre per l'assenza di cibo? Com'è possibile desiderare sviluppi tecnologici e sociali se continuiamo a sperperare i nostri beni, sesvalutiamo la nostra terra e le nostre qualità genuine, se continuiamo a tassare invece di stimolare l'economia, se viviamo per sprecare e se continuiamo a vivere di baggianate, superficialità e capricci che diluiscono la nostra vita? [...]

Cara Sara,
la tua lettera è molto bella e appassionata: per questo ho deciso di pubblicarla sul sito Non Sprecare. Non essere triste nè sfiduciata, e ricorda che ciascuno di noi è stretto tra l'ottimismo della volontà e il pessimismo dell'intelligenza. Tu, mi pare di capire che puoi usare entrambe queste risorse: non sprecarle. Cambiare il mondo, alla tua età significa avere la fiducia e la gioia di vivere. È un fuoco che non devi spegnere, anche se non mancheranno le delusioni e i momenti di scoraggiamento. E per cambiare il mondo, a volte basta poco, a partire dalla nostra consapevolezza di poterlo fare anche attraverso i gesti più semplici. Ti faccio i migliori auguri e spero che continuerai a seguire il nostro lavoro.
Antonio Galdo

giovedì 19 luglio 2012

Un grande giorno

Ieri è stato un grande giorno. Il Corpo Forestale dello Stato, su denuncia delle associazioni Lav e Legambiente, hanno messo sotto sequestro Green Hill, l’infernale allevamento di cani beaggle destinati ai laboratori di vivisezione e sperimentazione di tutta Europa. Dopo anni di denunce, manifestazioni e proteste da parte di molte associazioni e privati cittadini, finalmente le autorità sono intervenute.

Tra le accuse compare anche il maltrattamento di animali. E infatti le condizioni dei 2500 cani detenuti in questo lager sono paurose: costretti in gabbie, non vedono la luce naturale e non possono uscire all’aria aperta, i cani considerati non idonei alla sperimentazione (semplicemente per la taglia o per la lunghezza del pelo) sono soppressi, come è venuto alla luce grazie a intercettazioni telefoniche fra dipendenti della multinazionale americana proprietari di Green Hill.
Ieri i media fortunatamente hanno ampiamente diffuso questa notizia, segno che la coscienza di tutti sta cambiando, come ha sottolineato anche Michela Brambilla, attiva nella battaglia per i diritti degli animali. Ho anche letto però alcuni commenti davvero sconcertanti di coloro che pensano alla perdita di posti di lavoro per i dipendenti dell’allevamento e all’importanza della sperimentazione sugli animali per la salute umana. Concordo con il Comitato Scientifico Equivita che dichiara: “Da anni molte voci autorevoli della scienza si sono levate contro questa fallace pratica, richiedendo l’uso esclusivo di metodi scientifici, affidabili, basati sull’uomo per l’uomo, nonché incredibilmente più economici e rapidi delle inesatte e dispendiose prove su animali. Tali voci sono sempre più supportate dalla maggior parte dell’opinione pubblica, contraria alla sperimentazione animale (86 % secondo lo scorso sondaggio EURISPES)” www.equivita.it.
Speriamo che il sequestro di Green Hill sia l’inizio di una strada verso una società civile ed evoluta che non si basi sulla falsa scienza a discapito di altri esseri viventi e che inizi a emanciparsi dall’idea che il profitto sia sempre e comunque una priorità assoluta.

Silvia

domenica 15 luglio 2012

IL CIRCOLO VIRTUOSO DEL GREENING: PROPOSTE CONCRETE PER INNESCARLO


Non è un buon periodo per l’ecologia, per il clima, per la sostenibilità ambientale. Eppure non ci piace essere negative: nessun circolo virtuoso si innesca in questo modo. Perciò, oltre a fare il punto della situazione, questa settimana vogliamo dedicare la pagina del blog a opportunità concrete per la salvaguardia elle biodiversità e del nostro ambiente.

Parliamo dell’applicazione del greening, l’insieme delle pratiche agricole che assicurano la conservazione della biodiversità, l’adattamento ai cambiamenti climatici e la tutela della qualità dell’acqua.

Si tratta di pratiche agricole importantissime per la riforma del PAC (Politica Agricola Comune) per il 2014-2020. Che però ora, nella proposta della Commissione Europea del 15 maggio scorso, rischiano di giocare un ruolo marginale nel processo di cambiamento che auspicabilmente darebbe vita a un sistema agricolo comunitario sempre più ecologico e sostenibile.

Ecco le proposte della Commissione Europea in fatto di greening:
1)      le aziende agricole sotto i 10 ettari (in Italia il 25% della SAU, quasi 3 milioni di ettari, e l’81% delle aziende) non avranno da osservare alcun impegno per rispettare le regole del greening.
2)     se poi anche le colture arboree saranno esentate (persino i meleti intensivi del Trentino ed i frutteti della pianura padana), poco rimarrà della componente ambientale più importante dell’attuale riforma della PAC. 
3)     se si dovesse decidere inoltre di esentare le aziende fino a 15 ettari dalle rotazioni delle colture, la pratica agricola che prevede l’alternanza dei seminativi a cereali con le legumi per favorire una concimazione naturale del terreno, riducendo l’uso di concimi chimici, sarebbero escluse quasi il 90% delle aziende italiane da ogni obbligo ambientale!
4)     Se sarà infine approvato il criterio della rotazione tra due sole colture (pratica che sarebbe corretto chiamare avvicendamento piuttosto che rotazione delle colture) per le aziende fino a 50 ettari, solo il 3,5% delle aziende italiane si dovrebbe veramente impegnare in azioni concrete per ottenere il premio previsto per le pratiche benefiche per il clima e per l'ambiente.
5)     Infine, è a rischio anche l’obbligo di destinare il 7% della superficie delle aziende agricole alle aree d’interesse ecologico, considerato un obiettivo troppo ambizioso, anche se le maggiori autorità scientifiche europee dice che abbiamo bisogno di dedicare un minimo del 10% dei terreni agricoli alle esigenze ecologiche per assicurare nel medio e lungo termine la conservazione della biodiversità. Prevedere meno del 7% sarebbe disastroso e garantirebbe il fallimento degli obiettivi 2020 definiti dalla nuova Strategia europea per la biodiversità approvata dallo stesso Parlamento Europeo!!!

Dunque è chiaro che, in nome della sicurezza alimentare e della semplificazione
amministrativa e burocratica, la Commissione Europea tende a mantenere pratiche
agricole che continuano ad inquinare l'ambiente, a consumare la sostanza organica del
terreno, a ridurre la biodiversità naturale. 



Come possiamo essere virtuosi anche di fronte a un rischio così grande per l’ecologia, la sostenibilità ambientale, il clima, il rispetto e il mantenimento della biodiversità?

Le Associazioni degli agricoltori biologici e biodinamici, le Associazioni ambientaliste e la Società Italiana di Ecologia del Paesaggio chiedono al Governo italiano (in particolare al Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Mario Catania) e ai parlamentari europei un impegno a sostenere con decisione e lungimiranza un “greening” autentico, che garantisca un premio economico adeguato alle sole aziende che attuano realmente pratiche agricole sostenibili ed efficaci per la conservazione della biodiversità, la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, la gestione efficiente delle risorse idriche, per un’agricoltura moderna in grado di essere con autorevolezza e credibilità parte integrante della green economy europea.

Perciò hanno inviato al Ministro dell’Agricoltura, Mario Catania, all’Assessore della Regione Puglia, Dario Stefano, in qualità di rappresentante della Conferenza delle Regioni sul tema agricoltura ed ai parlamentari delle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato e del Parlamento Europeo una lettera aperta nella quale esprimono la loro preoccupazione per l’andamento del dibattito sulla riforma della PAC. Noi di Change up! la sottoscriviamo in pieno.

Nell’occasione, vi rimandiamo a due articoli che parlano proprio di greening e sostenibilità ambientale, e aggiornano costantemente al riguardo (anche questo è un modo concreto di perorare la causa: essere sempre aggiornati!):

L’articolo di Alternativa Sostenibile (da cui abbiamo ripreso l'emblematica immagine che correda questo post).

-  L’articolo di Green Planet

Siamo virtuosi: let's...Change up!

martedì 3 luglio 2012

Una voce da ascoltare

Dopo avere visitato le zone terremotate dell’Emilia e dopo la tappa in Puglia, Tenzin Gyatso, l’attuale Dalai Lama è stato accolto con entusiasmo nella tre giorni organizzata a Milano al Forum di Assago (26-27 giugno). Graziano Musella, sindaco di Assago ha provveduto a consegnare la cittadinanza onoraria al Dalai Lama, negata dal Comune di Milano che ha ceduto alle pressioni e al ricatto di Pechino.

La massima autorità spirituale del Tibet nei suoi incontri con la gente e i giornalisti ha, con pacatezza, saggezza e un grande senso dell’umorismo, incoraggiato a un atteggiamento positivo nei confronti della vita e a un’apertura costruttiva verso il prossimo e le altre religioni.
Ha aperto la conferenza stampa del 27 giugno al Forum puntando l’attenzione sul ruolo dei media e sul dovere dei giornalisti di perseguire la verità con onestà, di informarsi e studiare e di valorizzare anche gli aspetti positivi dell’umanità. I giornalisti devono essere come un elefante che muove la sua proboscide in ogni direzione per avere un’idea il più completa possibile della realtà.
Si è definito uno dei 7 miliardi di esseri umani presenti sulla terra e ha affrontato vari argomenti a cominciare dalla crisi economica esortando a concentrarsi su altri valori, a non dare un’esagerata importanza allo sviluppo materiale e a non trattenere ciò che si ha. Questo è uno dei concetti cardine della filosofia buddista, lui stesso ha spiegato che si sforza a non trattenere il suo buddismo per rimanere aperto anche alle altre filosofie e religioni. Un messaggio di grande importanza: non dobbiamo quindi arroccarci eccessivamente sulle nostre ideologie e convinzioni. Gli esseri umani sono animali sociali, la felicità individuale è strettamente collegata alla società e al rapporto con le altre persone. Se agiamo male nei confronti degli altri danneggiamo in primis noi stessi. La nostra attitudine mentale troppo egocentrica diventa un ostacolo alla nostra stessa felicità, mentre dobbiamo riconoscere la positività innata in ognuno di noi. Allo stesso modo dobbiamo rispettare la natura e le altre forme di vita, cercare una convivenza in armonia con esse evitando di mettere al primo posto la crescita economica a ogni costo. Esiste un’interdipendenza fra noi e gli ecosistemi, se li distruggiamo, distruggiamo noi stessi.
Il Dalai Lama si è poi soffermato sull’importanza di promuovere l’armonia fra tutte le religioni e anche con chi non crede. Il messaggio di base è infatti comune e condiviso e dobbiamo aiutarci e cooperare nell’ambito delle nostre diversità. Non cerca di convertire, anzi è convinto che ogni religione si adatti alle diverse esigenze personali. Lui stesso si è recato in pellegrinaggio al Duomo di Milano per praticare in prima persona l’armonia fra le religioni.
Un messaggio di grande tolleranza e rispetto anche riguardo ai temi più scottanti come aborto, clonazione ed eutanasia: analizzare caso per caso e poi prendere decisioni, non ci può essere una regola generale.


In conclusione della sua visita milanese, il Dalail Lama ha tenuto una conferenza aperta cui hanno partecipato 10 mila persone provenienti da tutto il mondo sul tema del suo ultimo libro “La felicità al di là della religione” (Sperling & Kupfer € 16,50). Unendo i principi del buddismo al moderno approccio delle neuroscienze, il Dalai Lama identifica nella compassione universale un sentimento che unisce e fortifica. Un messaggio comune a tutte le religioni ma condivisibile anche da un ateo perché l’attitudine alla compassione e all’empatia fa parte dell’animo di ogni persona.