Non è un buon periodo per
l’ecologia, per il clima, per la sostenibilità ambientale. Eppure non ci piace essere
negative: nessun circolo virtuoso si innesca in questo modo. Perciò, oltre a
fare il punto della situazione, questa settimana vogliamo dedicare la pagina
del blog a opportunità concrete per la salvaguardia elle biodiversità e del nostro ambiente.
Parliamo dell’applicazione del greening, l’insieme delle pratiche agricole che assicurano la conservazione
della biodiversità, l’adattamento ai cambiamenti climatici e la tutela della
qualità dell’acqua.
Si tratta di pratiche agricole importantissime
per la riforma del PAC (Politica Agricola Comune) per il 2014-2020. Che però
ora, nella proposta della Commissione Europea del 15 maggio scorso, rischiano di
giocare un ruolo marginale nel processo di cambiamento che auspicabilmente
darebbe vita a un sistema agricolo comunitario sempre più ecologico e
sostenibile.
Ecco le proposte della Commissione Europea in
fatto di greening:
1)
le aziende agricole sotto i 10 ettari (in Italia
il 25% della SAU, quasi 3 milioni di ettari, e l’81% delle aziende) non avranno
da osservare alcun impegno per rispettare le regole del greening.
2)
se poi anche le
colture arboree saranno esentate (persino i meleti intensivi del Trentino ed i
frutteti della pianura padana), poco rimarrà della componente ambientale più
importante dell’attuale riforma della PAC.
3)
se si dovesse decidere inoltre di
esentare le aziende fino a 15 ettari dalle rotazioni delle colture, la pratica
agricola che prevede l’alternanza dei seminativi a cereali con le legumi per
favorire una concimazione naturale del terreno, riducendo l’uso di concimi
chimici, sarebbero escluse quasi il 90% delle aziende italiane da ogni obbligo
ambientale!
4)
Se sarà infine approvato il criterio
della rotazione tra due sole colture (pratica che sarebbe corretto chiamare
avvicendamento piuttosto che rotazione delle colture) per le aziende fino a 50
ettari, solo il 3,5% delle aziende italiane si dovrebbe veramente impegnare in
azioni concrete per ottenere il premio previsto per le pratiche benefiche per
il clima e per l'ambiente.
5)
Infine, è a rischio anche l’obbligo di
destinare il 7% della superficie delle aziende agricole alle aree d’interesse
ecologico, considerato un obiettivo troppo ambizioso, anche se le maggiori
autorità scientifiche europee dice che abbiamo bisogno di dedicare un minimo
del 10% dei terreni agricoli alle esigenze ecologiche per assicurare nel medio
e lungo termine la conservazione della biodiversità. Prevedere meno del 7%
sarebbe disastroso e garantirebbe il fallimento degli obiettivi 2020 definiti
dalla nuova Strategia europea per la biodiversità approvata dallo stesso
Parlamento Europeo!!!
Dunque è chiaro che,
in nome della sicurezza alimentare e della semplificazione
amministrativa e
burocratica, la Commissione Europea
tende a mantenere pratiche
agricole che continuano ad inquinare l'ambiente, a
consumare la sostanza organica del
terreno, a ridurre la biodiversità naturale.
Come possiamo essere virtuosi anche di
fronte a un rischio così grande per l’ecologia, la sostenibilità ambientale, il
clima, il rispetto e il mantenimento della biodiversità?
Le Associazioni degli agricoltori biologici e biodinamici, le Associazioni ambientaliste ela Società Italiana
di Ecologia del Paesaggio chiedono al Governo italiano (in particolare al
Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Mario Catania) e ai
parlamentari europei un impegno a sostenere con decisione e lungimiranza un
“greening” autentico, che garantisca un premio economico adeguato alle sole
aziende che attuano realmente pratiche agricole sostenibili ed efficaci per la
conservazione della biodiversità, la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti
climatici, la gestione efficiente delle risorse idriche, per un’agricoltura
moderna in grado di essere con autorevolezza e credibilità parte integrante
della green economy europea.
Le Associazioni degli agricoltori biologici e biodinamici, le Associazioni ambientaliste e
Perciò hanno inviato
al Ministro dell’Agricoltura, Mario Catania, all’Assessore della Regione
Puglia, Dario Stefano, in qualità di rappresentante della Conferenza delle
Regioni sul tema agricoltura ed ai parlamentari delle Commissioni Agricoltura
di Camera e Senato e del Parlamento Europeo una lettera aperta nella quale
esprimono la loro preoccupazione per l’andamento del dibattito sulla riforma
della PAC. Noi di Change up! la sottoscriviamo in pieno.
Nell’occasione, vi rimandiamo
a due articoli che parlano proprio di greening e sostenibilità ambientale, e
aggiornano costantemente al riguardo (anche questo è un modo concreto di
perorare la causa: essere sempre aggiornati!):
- L’articolo di Alternativa Sostenibile (da
cui abbiamo ripreso l'emblematica immagine che correda questo post).
- L’articolo di Green Planet
Siamo virtuosi: let's...Change up!
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