Ieri è stato un grande giorno. Il Corpo Forestale dello Stato, su denuncia delle associazioni Lav e Legambiente, hanno messo sotto sequestro Green Hill, l’infernale allevamento di cani beaggle destinati ai laboratori di vivisezione e sperimentazione di tutta Europa. Dopo anni di denunce, manifestazioni e proteste da parte di molte associazioni e privati cittadini, finalmente le autorità sono intervenute.
Tra le accuse compare anche il maltrattamento di animali. E infatti le condizioni dei 2500 cani detenuti in questo lager sono paurose: costretti in gabbie, non vedono la luce naturale e non possono uscire all’aria aperta, i cani considerati non idonei alla sperimentazione (semplicemente per la taglia o per la lunghezza del pelo) sono soppressi, come è venuto alla luce grazie a intercettazioni telefoniche fra dipendenti della multinazionale americana proprietari di Green Hill.
Ieri i media fortunatamente hanno ampiamente diffuso questa notizia, segno che la coscienza di tutti sta cambiando, come ha sottolineato anche Michela Brambilla, attiva nella battaglia per i diritti degli animali. Ho anche letto però alcuni commenti davvero sconcertanti di coloro che pensano alla perdita di posti di lavoro per i dipendenti dell’allevamento e all’importanza della sperimentazione sugli animali per la salute umana. Concordo con il Comitato Scientifico Equivita che dichiara: “Da anni molte voci autorevoli della scienza si sono levate contro questa fallace pratica, richiedendo l’uso esclusivo di metodi scientifici, affidabili, basati sull’uomo per l’uomo, nonché incredibilmente più economici e rapidi delle inesatte e dispendiose prove su animali. Tali voci sono sempre più supportate dalla maggior parte dell’opinione pubblica, contraria alla sperimentazione animale (86 % secondo lo scorso sondaggio EURISPES)” www.equivita.it.
Speriamo che il sequestro di Green Hill sia l’inizio di una strada verso una società civile ed evoluta che non si basi sulla falsa scienza a discapito di altri esseri viventi e che inizi a emanciparsi dall’idea che il profitto sia sempre e comunque una priorità assoluta.
Silvia
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