In occasione dell'apertura del Salone Internazionale del Libro di Torino le associazioni ambientaliste WWF, Greenpeace e Terra! denunciano le responsabilità del settore dell'editoria italiana sulla distruzione delle ultime foreste torbiere del Sud Est Asiatico.
Proprio l'espansione delle piantagioni industriali per la produzione di polpa di cellulosa, infatti, minaccia le preziose foreste del Sud Est Asiatico e, in particolare, quelle di Sumatra e spinge verso l'estinzione specie come l'orango, l'elefante, la tigre e il rinoceronte di Sumatra. Tra i principali responsabili di questo scempio ambientale la multinazionale APP (Asia Pulp & Paper). Si stima che dall'inizio delle proprie attività, negli anni '80, la APP abbia abbattuto un milione di ettari di foreste naturali nella sola isola di Sumatra. Quest'area da sola conserva più di due miliardi di tonnellate di carbonio svolgendo un'azione chiave nella mitigazione del cambiamento climatico.
«Le ricerche di Terra! hanno evidenziato una aggressiva campagna di penetrazione della APP nel mercato italiano. - dichiara Sergio Baffoni, responsabile Campagna Foreste di Terra! -
Se la APP continua ad aumentare le vendite, convertirà nuove foreste pluviali in piantagioni per rifornire le sue cartiere in Indonesia e Cina, già a corto di fibre. Siamo certi che quando capiranno gli impatti di questa impresa, le imprese italiane rifiuteranno i prodotti della APP».
Da un'indagine realizzata da Greenpeace, infatti, risulta che il 75% delle case editrici italiane non conosce, né controlla l'origine della carta utilizzata per la produzione dei propri libri.
«Non è accettabile che la maggior parte degli editori italiani non sia in grado di garantirci che i libri che acquistiamo non provengono dalla distruzione di una foresta pluviale - spiega Chiara Campione, responsabile della campagna foreste di Greenpeace Italia - Se queste aziende non metteranno in atto delle politiche di acquisto atte a escludere carta proveniente dalla deforestazione nei propri libri, si renderanno corresponsabili di un disastro ambientale».
«Le chiacchiere stanno a zero sono i fatti e gli impegni concreti che contano - dichiara Massimiliano Rocco, responsabile TRAFFIC, Specie e Timber Trade del WWF Italia - il nostro mondo produttivo ora ha gli elementi e le informazioni per agire, faccia scelte responsabili acquistando solo prodotti certificati di chiara origine, evitando di fare profitti ai danni del nostro pianeta, partecipando per i loro interessi alla devastazione di quegli ambienti unici che una volta persi lo sono per sempre».
Importanti acquirenti di carta, tra cui gli italiani Gucci e Versace, Office Depot (USA), Metro Group (Germania) e Fuji Xerox (Giappone), hanno compreso come le pratiche della APP distruggono l'ambiente e sono incompatibili con i propri valori aziendali, e hanno di conseguenza interrotto ogni acquisto di prodotti del gruppo. Anche alcune case editrici italiane come Bompiani, Fandango e Hacca tra gli altri hanno fatto scelte sostenibili stampando tutta la propria produzione editoriale su carta riciclata e certifica FSC.
(fonte www.salvaleforeste.it)
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