Nell'ultima versione della classifica CoolIT stilata da Greenpeace il primo posto va a Cisco per aver investito attivamente in soluzioni a favore del clima. Bene Google che ha chiesto alla politica di investire nelle energie pulite, ma rimane al sesto posto per non aver fissato nessun obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2. Questa classifica rivela come alcune aziende mondiali d'Information Technology riconoscano, quindi, il potenziale che esiste nelle soluzioni IT per combattere il cambiamento climatico e ridisegnare l'uso dell'energia. Altre, invece, non sembrano in grado di decidere se le soluzioni IT per il clima siano una grande opportunità di business o una semplice strategia di marketing.
Cisco salta al top della classifica - raddoppiando il suo punteggio rispetto all’edizione precedente per aver dimostrato l'efficacia di soluzioni in grado di abbattere le emissioni di gas serra, come la tecnologia "smart grid" (reti intelligenti per la distribuzione dell'energia) e la gestione energetica degli uffici.
Ericsson debutta al secondo posto grazie alla solidità dei suoi casi-studio che permettono di valutare con efficacia come le soluzioni IT stiano diminuendo le emissioni.
Le soluzioni IT su cui si basa la valutazione di Greenpeace includono:
- la tecnologia "smart grid" e reali soluzioni di riduzione del consumo energetico grazie alla progettazione degli uffici e la relativa gestione dell'energia, come sta facendo Cisco;
- lo strumento di controllo "PowerMeter", adottato da Google, che fornisce ai consumatori informazioni sul consumo energetico in tempo reale. La compagnia sta facendo pressione politica per far adottare contatori intelligenti che forniscono dati in tempo reale, gli "smart meter data";
- un'efficace metodologia per misurare l'impatto sulla rete delle soluzioni IT su vasta scala, come hanno fatto Ericsson e Fujitsu. Fujitsu è anche la prima azienda ad aver definito un obiettivo credibile di risparmio energetico.
Al sesto posto in classifica, Google continua a essere la compagnia più forte sul piano politico, avendo abbracciato una chiara "vision" verso le energie pulite. L'amministratore delegato dell'azienda, Eric Schmidt, ha chiesto alla politica d'investire in queste tecnologie.
Google, però, non ha nessun obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2, né fornisce informazioni sulle proprie emissioni. Questa mancanza di trasparenza indebolisce non poco la posizione dell'azienda anche in qualità di lobbista.
(Fonte Greenpeace)
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