Continua inarrestabile la deforestazione dell'Amazzonia, distrutta già per un quinto. A sua difesa si muove il settantenne regista di "Avatar", James Cameron, che sostiene gli indigeni minacciati dalla diga di Belo Monte, in Brasile. Dovrebbe essere operativa dal 2015 e costituirebbe la terza diga più grande del mondo. Un progetto che comporterà l'inondazione di 500 chilometri quadrati e prosciugherà il corso del Xingu River, da secoli fonte di sussitenza delle 13 popolazioni che vivono lungo le coste di questo fiume. I nativi si sono riuniti per protestare contro il governo. Con Camerun al loro fianco.
Assieme hanno visto "Avatar" e José Carlos, capo della tribù degli Arara, ha commentato: "Esattamente quello che sta accadendo qui."
La "causa" conta già un morto, l'indio Ademir Alfeu Federicci. E gli attivisti di Amazon Watch dicono che il governo progressita di Lula giustifichi l'iniziativa con la potenziale energia che ne deriverebbe per milioni di case nelle zone povere del Paese, mentre invece andrà ad alimentare le grandi centrali come quelle di Aloca e Arcelor Mitall.
Tra pochi giorni (20 aprile) partirà la prima asta.
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