Nel “Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry si dice che una volta addomesticata una specie animale, noi umani ne siamo responsabili per sempre. E così è per i cani che allo stato di randagi e di branco a contatto con le società umane vanno incontro a una vita misera e piena di pericoli, certamente non idonea alla loro natura di animali addomesticati. Quello che sta succedendo nella zona del Parco Sud è il risultato di maltrattamenti e comportamenti illegali come denuncia Massimo Turci, Consigliere delegato della Provincia di Milano al Benessere animale.
"I cani sono l'ultimo anello, e il più debole, di una catena che parte da lontano". Inizia così Massimo Turci. "Ci sono zone ai margini della città considerate terra di nessuno, qui i cani vengono addestrati per i combattimenti clandestini e quando viene meno il loro apporto in termini di litigiosità e violenza vengono abbandonati al loro destino. Sono animali a cui la criminalità organizzata ha riservato solo sofferenza e botte, per poi lasciarli a vagare incustoditi nel territorio del Parco Sud. D'altronde già nei campi nomadi mancano spesso i requisiti minimi di vivibilità per le persone, vi sono zone di grande degrado igienico e sociale , in questa sottocultura il problema degli animali è secondario. La soluzione - ha proseguito Turci - spazia su almeno due direttrici, la prima verte su di una vera e autentica collaborazione (come noi della Provincia chiediamo da tempo) tra Enti Locali, Associazioni e forze dell'Ordine, sarebbe utile una cabina di regia per razionalizzare gli interventi mentre in questo momento è già difficile convincere la Polizia Locale (non quella Provinciale) ad intervenire. La seconda direttrice è quella del lungo intenso lavoro di prevenzione e cultura animalista. Un lavoro - ha concluso Turci - che necessita di formazione sia per gli agenti, che per i cittadini, i volontari ed anche gli amministratori che, a furia di sottovalutare questi problemi, si ritrovano ora a gestire una situazione esplosiva. Il nostro impegno è proprio quello di costituire un Ufficio Diritti Animali in ogni comune come presidio di lotta alla criminalità e alle zoomafie, non serve additare i cani come colpevoli se non si è disposti a riconoscere e distinguere i vari aspetti del problema. L'auspicio è che i cani coinvolti siano ora catturati con metodi non violenti, riconvertiti da un percorso riabilitativo e dichiarati adottabili, nella speranza che il sacrificio del povero pensionato sia l'occasione per iniziare con fermezza la bonifica del territorio partendo proprio dalla fascia tra Milano Cusago e Trezzano".
Nessun commento:
Posta un commento