Il 31 marzo la sesta edizione dell’evento WWF che per un’ora spegnerà simbolicamente le luci del Pianeta, per ricordare che il risparmio energetico e l’attenzione alle risorse “fanno bene alla Terra”.
Alla base dell’Earth Hour, l’impegno a portare avanti azioni concrete di lotta al cambiamento climatico, in favore di un futuro sostenibile.
Nella prima edizione, del 2007, a partecipare fu un’unica città, Sidney, ma da quel momento ogni anno si conta un numero sempre maggiore di adesioni, fino al 2011, l’anno del boom, quando alla Ola del buio hanno partecipato 2,5 miliardi di persone, 5.200 città e centinaia di imprese e organizzazioni in 135 nazioni che per una sera hanno cambiato veste ai propri monumenti simbolo, oltre a comunic cittadini, amministrazioni e aziende che vogliono ridurre la propria impronta ambientale.
A Milano l'edizione 2012 prenderà il via dal Teatro alla Scala, quando il ballerino Roberto Bolle alle ore 20.30 spegnerà simbolicamente per un’ora le luci della struttura dando il via al resto delle iniziative. Spettacolare l’evento romano dove, lasciando al buio Castel Sant’Angelo e il Ponte dell’Angelo, andrà in scena l'eco-concerto dei Tetes de Bois, “Palco a Pedali-Goodbike”, durante il quale l’energia elettrica necessaria all’illuminazione del palco e all’alimentazione delle apparecchiature verrà interamente generata dalle biciclette utilizzate dai 128 donatori di energia scelti mediante selezioni sul web. Il richiamo è a un modello di vita più sostenibile, anche in vista del Summit Onu per la Terra di Rio+20 che si svolgerà a giugno nella capitale brasiliana.
Promuoviamo idee, servizi e prodotti legati alle tematiche ambientali e di responsabilità sociale. We promote responsible brand and business with respect for ethical and sustainability standards.
sabato 31 marzo 2012
mercoledì 28 marzo 2012
EVENTI – Arte e cibo all’Umanitaria
Giovedì 29, venerdì 30 e sabato 31 marzo appuntamento con la prima tappa di Arte da mangiare mangiare Arte il periodo del RACCOLTO 2012, con una tre giorni di incontri, esposizioni ed eventi dedicati ad Arte e Cibo negli spazi quattrocenteschi della Società Umanitaria a Milano. Catering d’Arte, Convegni, Mostre Fotografiche, Installazioni a cura degli A(o)rtisti (Artista-Ortista), con degustazioni alla presenza di produttori agroalimentari.
I numerosi artisti che hanno aderito al progetto di AmmA, con la SEMINA in autunno 2011, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, presenteranno nei chiostri dell’Umanitaria le loro ultime opere: una serie di interessanti installazioni, ispirate quest’anno al tema: “Sotto…”. Lo scopo è quello di avvicinare i visitatori alle problematiche più urgenti del Pianeta, in vista anche del fondamentale appuntamento con Expo 2015 a Milano.
Dopo un momento inaugurale, all’interno dell’Umanitaria, il RACCOLTO proseguirà in concomitanza con Salone del Mobile e MiArt, prevedendo in maggio e giugno tutta una serie di manifestazioni organizzate da AmmA, in diverse location cittadine e regionali: parchi, orti, cascine, biblioteche.Tra le opere esposte saranno presenti anche i prodotti ecosostenibili dello Studio Caporaso: la seduta X2Chair, e gli arredi modulari della serie More, realizzati in cartone 100% riciclabile.
Gli arredi della collezione Caporaso Ecodesign sono stati esposti in rassegne dedicate al design sostenibile, al recupero e al riciclo, in mostre d’arte, sono apparsi su libri e varie riviste internazionali di Architettura e Design e sono stati utilizzati in ambientazioni green e set televisivi. Il sistema More è stato premiato (1° premio) come prodotto rispondente ai cambiamenti culturali, tra tradizione e futuro, nell’occasione dell’evento internazionale 100% Design Futures 2008 di Londra. www.caporasodesign.it
lunedì 26 marzo 2012
EVENTI - La moda può davvero essere sostenibile? La moda sostenibile tra tecnologia e creatività
La moda, industria consistente sia in termini di impatto ambientale sia di volume d’affari e anche industria del superfluo per antonomasia, può essere davvero sostenibile? È la domanda lanciata dal nuovo forum sulla moda in programma il 27 marzo a Palazzo Isimbardi, sede della Provincia di Milano, in Via Vivaio, 1, con una tavola rotonda che ha inizio al mattino dalle 9.30 sino alle 14.30. Interpreti e specialisti del settore si confrontano, nell'iniziativa di informazione e cultura organizzata da AGIIS (associazione giuristi italo ispanici) e dallo Studio Legale e Tributario Capecchi - Piacentini & Valero di Milano.
Ad aprire i lavori l’On. Guido Podestà, Presidente alla Provincia di Milano, Silvia Garnero, Assessore alla Moda, Eventi ed Expo della Provincia di Milano e Andrea Bonalumi, Promos -Camera di Commercio di Milano. Moderatrice dell’incontro l’avvocato Fiammetta Capecchi.
"La moda sostenibile rappresenta il futuro di un settore che ha dimostrato sempre più di essere in grado di assumersi delle responsabilità, nel rispetto dell’ambiente e delle persone coinvolte: stile, eleganza e bellezza possono coincidere con etica e correttezza.” afferma l’assessore Silvia Garnero, che prosegue “La cultura della sostenibilità si traduce in innovazione, fantasia e creatività, ma rappresenta soprattutto una strategia competitiva che permette alle nostre imprese di affrontare le difficoltà crescenti del sistema economico e di riacquisire fiducia dai consumatori finali. La terza edizione di questo forum di approfondimento, organizzato con il patrocinio e la collaborazione della Provincia di Milano, è un momento importante del nostro impegno istituzionale nel creare e promuovere significativi momenti di riflessione, affrontando tematiche fondamentali nell’attuale panorama del mondo della Moda."
Sociologi, imprenditori ed economisti a confronto sul tema spinoso e attualissimo di come conciliare, concretamente, estetica ed etica. Da Francesco Morace, di Future Concept Lab, che pone la sostenibilità come paradigma del futuro a Livia Giuggioli Firth paladina della moda sostenibile ed ecologica, sino a Elio Fiorucci, icona della creatività e della comunicazione.
Di sostenibilità nell’industria tessile parleranno anche imprenditori e manager del settore fashion come Vincenzo Linarello, Presidente di Cangiari, Domenico Brisigotti, direttore del prodotto a marchio Coop Italia, Marina Massimino, responsabile di Change Up! piattaforma per la promozione della sostenibilità. Durante l’incontro si esploreranno anche nuovi possibili modelli di business con Laura Gherardi, docente di Sociologia della Tecnica e dell’Innovazione - Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, riflettendo sulla necessità di un’impresa moda più responsabile con Francesca Romana Rinaldi, docente del MAFED (Master in Fashion Experience & Design Management) SDA Bocconi, consulente e blogger.
Il ruolo di tecnologia e ricerca nel ridurre l’impatto ambientale della moda verrà analizzato da Silvio Faragò, Divisione Stazione SperimentaleSeta di Innovhub - Azienda Speciale per l’Innovazione della CCIAA Milano, Dario de Judicibus, Fashion Industry Leader in IBM Italia, Giusy Bettoni, co-fondatrice di C.l.a.s.s. e Stefano Cochis, Business Unit Director di Filature Miroglio.
E sulla questione riciclo e smaltimento dei rifiuti, di cruciale importanza nell’industria tessile, discuteranno Edoardo Amerini, Presidente Conau, il responsabile marketing di Jetro: Japan External Trade Organization, Massimo Sella, con un focus sui tessuti naturali tecnologici giapponesi e con la testimonianza finale della Fondazione Francesca Rava ed i suoi laboratori tessili ad Haiti, con la presidentessa della Fondazione Mariavittoria Rava.
A conclusione dell'evento la presentazione della prossima mostra fotografica a Palazzo Isimbardi di Stefano Guindani su Haiti.
L’iniziativa è organizzata da AGIIS (associazione giuristi italo ispanici) e dallo studio Legale e Tributario Capecchi Piacentini & Valero, già promotori nel 2010 del Forum a Palazzo Morando su “La Moda italiana e spagnola a confronto”. Con il patrocinato di Ministero dell’Ambiente, Provincia di Milano, Comune di Milano, British Consulate-General Milan, Consolato Generale di Spagna,UK Trade & Investiment, Japan External Trade Organization, Consolato Commerciale della Repubblica Turca, Camera di Commercio Italo – Russa, Camera di Commercio di Milano, Camara de Comercio de Madrid, Camera Nazionale della Moda Italiana, Consorzio Nazionale Abiti e Accesori Usati, Assomoda, Asociación de Creadores de Moda de España.
Ad aprire i lavori l’On. Guido Podestà, Presidente alla Provincia di Milano, Silvia Garnero, Assessore alla Moda, Eventi ed Expo della Provincia di Milano e Andrea Bonalumi, Promos -Camera di Commercio di Milano. Moderatrice dell’incontro l’avvocato Fiammetta Capecchi.
"La moda sostenibile rappresenta il futuro di un settore che ha dimostrato sempre più di essere in grado di assumersi delle responsabilità, nel rispetto dell’ambiente e delle persone coinvolte: stile, eleganza e bellezza possono coincidere con etica e correttezza.” afferma l’assessore Silvia Garnero, che prosegue “La cultura della sostenibilità si traduce in innovazione, fantasia e creatività, ma rappresenta soprattutto una strategia competitiva che permette alle nostre imprese di affrontare le difficoltà crescenti del sistema economico e di riacquisire fiducia dai consumatori finali. La terza edizione di questo forum di approfondimento, organizzato con il patrocinio e la collaborazione della Provincia di Milano, è un momento importante del nostro impegno istituzionale nel creare e promuovere significativi momenti di riflessione, affrontando tematiche fondamentali nell’attuale panorama del mondo della Moda."
Sociologi, imprenditori ed economisti a confronto sul tema spinoso e attualissimo di come conciliare, concretamente, estetica ed etica. Da Francesco Morace, di Future Concept Lab, che pone la sostenibilità come paradigma del futuro a Livia Giuggioli Firth paladina della moda sostenibile ed ecologica, sino a Elio Fiorucci, icona della creatività e della comunicazione.
Di sostenibilità nell’industria tessile parleranno anche imprenditori e manager del settore fashion come Vincenzo Linarello, Presidente di Cangiari, Domenico Brisigotti, direttore del prodotto a marchio Coop Italia, Marina Massimino, responsabile di Change Up! piattaforma per la promozione della sostenibilità. Durante l’incontro si esploreranno anche nuovi possibili modelli di business con Laura Gherardi, docente di Sociologia della Tecnica e dell’Innovazione - Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, riflettendo sulla necessità di un’impresa moda più responsabile con Francesca Romana Rinaldi, docente del MAFED (Master in Fashion Experience & Design Management) SDA Bocconi, consulente e blogger.
Il ruolo di tecnologia e ricerca nel ridurre l’impatto ambientale della moda verrà analizzato da Silvio Faragò, Divisione Stazione SperimentaleSeta di Innovhub - Azienda Speciale per l’Innovazione della CCIAA Milano, Dario de Judicibus, Fashion Industry Leader in IBM Italia, Giusy Bettoni, co-fondatrice di C.l.a.s.s. e Stefano Cochis, Business Unit Director di Filature Miroglio.
E sulla questione riciclo e smaltimento dei rifiuti, di cruciale importanza nell’industria tessile, discuteranno Edoardo Amerini, Presidente Conau, il responsabile marketing di Jetro: Japan External Trade Organization, Massimo Sella, con un focus sui tessuti naturali tecnologici giapponesi e con la testimonianza finale della Fondazione Francesca Rava ed i suoi laboratori tessili ad Haiti, con la presidentessa della Fondazione Mariavittoria Rava.
A conclusione dell'evento la presentazione della prossima mostra fotografica a Palazzo Isimbardi di Stefano Guindani su Haiti.
L’iniziativa è organizzata da AGIIS (associazione giuristi italo ispanici) e dallo studio Legale e Tributario Capecchi Piacentini & Valero, già promotori nel 2010 del Forum a Palazzo Morando su “La Moda italiana e spagnola a confronto”. Con il patrocinato di Ministero dell’Ambiente, Provincia di Milano, Comune di Milano, British Consulate-General Milan, Consolato Generale di Spagna,UK Trade & Investiment, Japan External Trade Organization, Consolato Commerciale della Repubblica Turca, Camera di Commercio Italo – Russa, Camera di Commercio di Milano, Camara de Comercio de Madrid, Camera Nazionale della Moda Italiana, Consorzio Nazionale Abiti e Accesori Usati, Assomoda, Asociación de Creadores de Moda de España.
Street Art eco-friendly
Opera di Anna Garforth |
Arte urbana in versione green, che ha la sua origine a New New York e Londra, dove Edina Tokodi e Anna Garforth hanno ideato le “moss graffiti”, ossia oasi di verde. Come animali e figure umane in muschio, con le quali Edina tappezza le strade di Williamsburg a Brooklyn o l’arte tipografica che si avvale del muschio nelle opere grafiche in forma scritta che Anna realizza sulle pareti della East London.
In questa direzione era già l'opera di Alexandre Orion, che rimosse con un panno le tracce di smog dalle pareti del trafficato tunnel Max Feffer di São Paulo, disegnando una miriade di teschi, per alludere al problema dell’inquinamento. Oggi i “reverse graffiti” sono universalmente riconosciuti come un efficace mezzo di comunicazione attento alle problematiche ambientali: usando solamente acqua piovana, detersivi vegetali, spazzole metalliche, un template in alluminio e un’idropulitrice si possono realizzare immagini e grafiche che puliscono la città, invece di imbrattarla. Una tecnica che il mondo del marketing ha adottato col nome di clean advertising e di cui sono esempio le campagne pubblicitarie e di sensibilizzazione dell’agenzia di comunicazione GreenGraffiti, nata in Olanda e attiva anche in Italia dal 2009.
Fonte: http://www3.lastampa.it/ambiente/sezioni/greenews/articolo/lstp/447884/
venerdì 23 marzo 2012
EVENTI – Festival delle fotografia etica
Torna ad aprile, dal 12 al 15, a Lodi la terza edizione del Festival of Ethical Photography, mostre, videoproiezioni, dibattiti, workshop, letture portfolio. Un obiettivo attento e sensibile sul mondo che presenta al pubblico i lavori di importanti professionisti della fotografia che hanno catturato immagini in giro per il mondo. Lo sguardo intimo, privato e profondo durato diciotto anni di Darcy Padilla con The Julie Project, si affianca alla visione planetaria e complessa di Climate Change, dell’agenzia NOOR, che analizza i problemi ambientali e le possibili soluzioni.
Il Festival per la prima volta diventa committente con il progetto Iraq, oltre la notizia, un lavoro dell'agenzia Metrography che propone uno sguardo diverso e lontano dagli stereotipi sull’Iraq post Saddam Hussein.
Saranno inoltre presentate due nuove sezioni, Spazio Giovani e Spazio Libri, incentrate sui nuovi talenti e sulla presentazione di libri fotografici.
Si confermano l’ormai noto Spazio ONG e il concorso World Report Award, Premio Italiano di Fotogiornalismo. I workshop sono tenuti da fotoreporter di fama internazionale.
Il programma completo sul sito www.festivaldellafotografiaetica.it
Il Festival per la prima volta diventa committente con il progetto Iraq, oltre la notizia, un lavoro dell'agenzia Metrography che propone uno sguardo diverso e lontano dagli stereotipi sull’Iraq post Saddam Hussein.
Saranno inoltre presentate due nuove sezioni, Spazio Giovani e Spazio Libri, incentrate sui nuovi talenti e sulla presentazione di libri fotografici.
Si confermano l’ormai noto Spazio ONG e il concorso World Report Award, Premio Italiano di Fotogiornalismo. I workshop sono tenuti da fotoreporter di fama internazionale.
Il programma completo sul sito www.festivaldellafotografiaetica.it
La Libera Scuola Rudolf Steiner alla Fiera “Fa' la cosa giusta”
FA’ LA SCUOLA GIUSTA!
UNO STAND TRASFORMATO IN AULA ALLA FIERA “FA’ LA COSA GIUSTA” 2012
La Libera Scuola Rudolf Steiner di via Tommaso Pini, 1 Milano porta un’aula scolastica in fiera e invita i genitori a sperimentare direttamente il metodo pedagogico steineriano. Nell'ambito della manifestazione che si terrà in Fieramilanocity dal 30 Marzo al 1 Aprile 2012, prende vita un’iniziativa inedita che consente di conoscere la scuola e di orientarsi nella scelta del percorso scolastico dei propri bimbi.
All’interno del padiglione 2. nella sezione bimbi presso lo stand 17 si fa l'appello e questa volta a rispondere sono i genitori. I maestri della Libera Scuola Rudolf Steiner accolgono mamme e papà interessati a sperimentare “cosa” e “come” si insegna in una scuola steineriana e li accompagnano in un breve viaggio verso una possibile scelta nell'educazione dei propri figli. Ad esempio si può partecipare a una lezione di lingua straniera per le classi elementari che, in maniera inconsueta ed efficace, suscita l'interesse nell’apprendimento della lingua attraverso il movimento, il ritmo e l’imitazione. Ma non è tutto qui, le tre giornate sono animate da aperitivi, musica, conversazioni, laboratori creativi, con l'idea di coinvolgere la “testa” il “cuore” e le “mani”. Obiettivo della pedagogia steineriana è, infatti, prendersi cura e promuovere armonicamente tutte le facoltà del bambino. E se è vero che l'esperienza vale più di mille parole, non resta che entrare in classe!
Respingo l'idea che la scuola debba insegnare direttamente quelle conoscenze specializzate che si dovranno usare poi nella vita. Le esigenze della vita sono troppo molteplici perché appaia possibile un tale insegnamento specializzato nella scuola. La scuola dovrebbe sempre avere come suo fine che i giovani ne escano con personalità armoniose, non ridotti a specialisti. Lo sviluppo dell’attitudine a pensare e giudicare indipendentemente dovrebbe essere sempre al primo posto. (Albert Einstein)
Per ulteriori informazioni: 333.6884123
Per il programma dettagliato, consultare il sito http://www.liberascuola-rudolfsteiner.it/
Per informazioni sulla Fiera: http://falacosagiusta.terre.it/
UNO STAND TRASFORMATO IN AULA ALLA FIERA “FA’ LA COSA GIUSTA” 2012
La Libera Scuola Rudolf Steiner di via Tommaso Pini, 1 Milano porta un’aula scolastica in fiera e invita i genitori a sperimentare direttamente il metodo pedagogico steineriano. Nell'ambito della manifestazione che si terrà in Fieramilanocity dal 30 Marzo al 1 Aprile 2012, prende vita un’iniziativa inedita che consente di conoscere la scuola e di orientarsi nella scelta del percorso scolastico dei propri bimbi.
All’interno del padiglione 2. nella sezione bimbi presso lo stand 17 si fa l'appello e questa volta a rispondere sono i genitori. I maestri della Libera Scuola Rudolf Steiner accolgono mamme e papà interessati a sperimentare “cosa” e “come” si insegna in una scuola steineriana e li accompagnano in un breve viaggio verso una possibile scelta nell'educazione dei propri figli. Ad esempio si può partecipare a una lezione di lingua straniera per le classi elementari che, in maniera inconsueta ed efficace, suscita l'interesse nell’apprendimento della lingua attraverso il movimento, il ritmo e l’imitazione. Ma non è tutto qui, le tre giornate sono animate da aperitivi, musica, conversazioni, laboratori creativi, con l'idea di coinvolgere la “testa” il “cuore” e le “mani”. Obiettivo della pedagogia steineriana è, infatti, prendersi cura e promuovere armonicamente tutte le facoltà del bambino. E se è vero che l'esperienza vale più di mille parole, non resta che entrare in classe!
Respingo l'idea che la scuola debba insegnare direttamente quelle conoscenze specializzate che si dovranno usare poi nella vita. Le esigenze della vita sono troppo molteplici perché appaia possibile un tale insegnamento specializzato nella scuola. La scuola dovrebbe sempre avere come suo fine che i giovani ne escano con personalità armoniose, non ridotti a specialisti. Lo sviluppo dell’attitudine a pensare e giudicare indipendentemente dovrebbe essere sempre al primo posto. (Albert Einstein)
Per ulteriori informazioni: 333.6884123
Per il programma dettagliato, consultare il sito http://www.liberascuola-rudolfsteiner.it/
Per informazioni sulla Fiera: http://falacosagiusta.terre.it/
giovedì 22 marzo 2012
SUSTAINABILITY – Un pomeriggio nell'orto
Nell'ambito dell'iniziativa “All'orto! All'orto!” organizzata dal Gruppo Verde di cascina Cuccagna, domenica 25 marzo, alle 17.30 l'autore, Massimo Acanfora, presenta “Coltiviamo la città - Orti da balcone e giardini urbani per contadini senza terra”, edito da Ponte alle Grazie/Altreconomia Edizioni. Il libro, che fa parte della collana "ManualMente", nata dalla collaborazione tra Altreconomia e Ponte alle Grazie, è una vera e propria "ortopèdia" per contadini urbani, per iniziare - da soli o in compagnia - un orto o un giardino sul balcone, sul davanzale, in un’aiuola trascurata. Il “capanno degli attrezzi” per giardinieri del quinto piano: la terra, i vasi, gli utensili necessari, i semi, la scelta delle varietà, le tecniche base di coltivazione (bio, s’intende), i tempi e il calendario dell’orto, corredati di costi e illustrazioni. I libri e i siti web dove approfondire. Le storie delle più fertili esperienze italiane di orti urbani: orti conviviali, collettivi, didattici, terapeutici, in carcere, il guerrilla gardening e la tecnologia al servizio dei cavoli. Tra le molte esperienze, anche quella dell'orto di Cascina Cuccagna, nel quale, a partire dalle 15.30 sarà possibile lavorare direttamente la terra -con la semina e la piantumazione delle piantine- e gustare una merenda.
Programma: 15.30 Inizio lavori nell'orto, 17.30 Merenda, 18 Presentazione del libro “Coltiviamo la città”, con l'autore Massimo Acanfora
L'ingresso è libero e gratuito. Per informazioni sul pomeriggio, scrivere a gruppoverde@gmail.com o telefonare al numero 02 54118733
Programma: 15.30 Inizio lavori nell'orto, 17.30 Merenda, 18 Presentazione del libro “Coltiviamo la città”, con l'autore Massimo Acanfora
L'ingresso è libero e gratuito. Per informazioni sul pomeriggio, scrivere a gruppoverde@gmail.com o telefonare al numero 02 54118733
mercoledì 21 marzo 2012
EVENTI - Fa’ la cosa giusta
Dal 30 marzo al 1 aprile 2012 aprirà la nona edizione di Fa' la cosa giusta!, la fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili organizzata da Terre di mezzo Eventi e Insieme nelle Terre di mezzo onlus. Un evento ormai affermato a livello nazionale, dopo il successo dell'edizione 2011, chiusa con 70mila visitatori. La fiera quest'anno vedrà la partecipazione di 700 espositori su un'area espositiva totale di 26mila m2. I tre giorni di fiera saranno caratterizzati da 240 appuntamenti che, attraverso laboratori, incontri, degustazioni e spettacoli, permetteranno ai visitatori di sperimentare uno stile di vita più sostenibile. Sarà ad esempio possibile assaporare piatti di cucine esotiche, da quella armena a quella brasiliana e imparare a cucinarli, degustare i vini e i formaggi delle campagne italiane oppure assaggiare i gustosissimi “cibi di strada” della tradizione italiana: frittelle con ricotta forte e pancetta arrotolata, “bombette di Alberobello” e olive all'ascolana. Ma sarà possibile anche imparare come trasformare una vecchia camicia in una nuovissima borsa, come preparare da sé degli ottimi cosmetici naturali, oppure come coltivare un orto sul proprio balcone.
La crisi economica si fa sentire più che mai, ma è questa l'occasione per un cambiamento di stile di vita. Fa' la cosa giusta! propone soluzioni sostenibili sia dal punto di vista economico sia da quello etico e ambientale. Sarà, ad esempio possibile scoprire che le auto elettriche non sono più una chimera, ma una realtà e permettono di azzerare le emissioni e di circolare in tutte le zone a traffico limitato, ad un costo accessibile e facilmente ammortizzabile, oppure scoprire che è possibile fare a meno all'auto di proprietà, senza rinunciare alla possibilità di spostarsi in macchina, grazie al servizio di carsharing.
Tra le proposte eco e low cost ci sarà RI‐STORE, un grande show‐room che presenterà prodotti rigenerati: personal computer, telefoni cellulari, piccoli elettrodomestici, giocattoli, borse e accessori, biciclette. I visitatori della fiera potranno anche portare con sé piccoli elettrodomestici e oggetto do uso comune, che saranno riparati dagli artigiani e dai tecnoci ospitati nello spazio Ri-Store.
La sezione speciale 2012 sarà dedicata al Turismo Consapevole con proposte innovative per vivere i viaggi in modo sostenibile. La fiera permetterà di lasciarsi sedurre da itinerari fuori dal comune e proporrà percorsi enogastronomici per scoprire luoghi vicini e lontani attraverso i sapori tipici dei luoghi. Affinché il turismo non sia un privilegio per pochi, non mancheranno proposte low cost anche per girare il mondo senza spendere una fortuna, scambiandosi temporaneamente l'alloggio oppure riscoprendo luoghi vicini, anche se ancora poco noti, e assaporando le gioie di un turismo lento e a misura d'uomo nelle numerose destinazioni di turismo responsabile.
http://www.falacosagiusta.org/
lunedì 19 marzo 2012
FASHION – Rivoluzione verso la sostenibilità
Si è svolto a Milano il 14 marzo un convegno dedicato al rapporto tra moda e sostenibilità dal titolo “Sustainable Fashion: An Industry R-Evolution” organizzato dal Consolato Britannico di Milano, in collaborazione con Camera Nazionale della Moda Italiana. Una nuova rivoluzione industriale che Jeremy Rifkin chiama nel suo ultimo libro “La terza rivoluzione industriale” che deve necessariamente fare i conti con i criteri di eticità, rispetto dell’ambiente e responsabilità scoiale.
Lo stesso premier britannico David Cameron ha recentemente rimarcato l’intenzione di rendere il suo Governo il più “verde” che la Gran Bretagna abbia mai sperimentato, con un impegno a 360 gradi per garantire una crescita economica che sia anche sostenibile. Green is GREAT, recita lo slogan della campagna governativa del Primo Ministro Cameron, attualmente in corso per promuovere l’eccellenza britannica. In questa importante rivoluzione la moda non può non essere coinvolta. In Gran Bretagna ha già risposto alle principali istanze della eco-sostenibilità.
Il convegno ha offerto spunti di riflessione attraverso gli interventi Anna Zegna, Vice Presidente Camera Nazionale della Moda Italiana, Matteo Bartolomeo (Avanzi) con una ricerca sulla responsabilità sociale effettuata sui principali Gruppi italiani della moda, la presentazione del progetto Textiles Environment Design (TED) del Chelsea College of Art and Design sulle strategie sostenibili per il settore, gli studi sui nuovi materiali e le nuove frontiere della progettazione del design del Centre for Sustainable Fashion del London College of Fashion.
domenica 18 marzo 2012
SUSTAINABILITY: Comunicato Equivita sugli OGM
Le sorprendenti affermazioni sugli Ogm del Ministro dell’Ambiente Clini e una parte dei commenti e delle affermazioni che ad esse hanno fatto seguito (talvolta ugualmente stupefacenti) richiedono un urgente commento.
Il Comitato scientifico EQUIVITA (già CSA), che sin dagli albori ha seguito il lancio sul mercato di questi alimenti e le vicende politiche che lo hanno accompagnato (a livello sia europeo che globale) ritiene sia suo dovere rendere note alcune precisazioni e smentire informazioni errate che sono state pubblicate.
E’ errato affermare che senza l’ingegneria genetica non avremmo alcuni dei prodotti italiani più tipici: incroci e mutagenesi non hanno nulla a che vedere con le modifiche genetiche che danno origine agli Ogm.
E’ errato far intendere che chi si oppone agli Ogm è contrario all’uso delle biotecnologie e alla ricerca. Al contrario, chi come noi si oppone ad un uso improprio delle biotecnologie chiede cha la ricerca venga incentivata, ma avvenga in ambiente confinato per evitare il rischio di una contaminazione dagli effetti imprevedibili quanto incontrollabili (via libera dunque alla ricerca in laboratorio e in particolare alla ricerca farmacologica, purchè vengano rispettati i necessari paletti etici).
E’ errato affermare, come hanno fatto per anni le multinazionali e come molti sostengono tuttora, che gli Ogm consentono di “combattere la fame nel mondo” in quanto producono di più. Numerosi studi scientifici, incluso il rapporto IAASTD di 400 scienziati indipendenti, commissionato dalla Nazioni Unite, hanno dimostrato che gli Ogm producono in media un 10% in meno delle colture convenzionali.
E’ errato sostenere che gli Ogm consentono di ridurre l’uso dei pesticidi: gli stessi studi hanno tutti dimostrato che con gli Ogm l’uso dei pesticidi aumenta di ben 4 volte!
E’ errato non far sapere che il FDA, ente di controllo statunitense, che autorizza al commercio ogni prodotto nuovo, dovette ricorrere alla definizione di “sostanze sostanzialmente equivalenti a quelle naturali” per aggirare l’ostilità dei suoi stessi scienziati a rilasciare i permessi.
E’ errato sostenere che gli Ogm non recano danno alla salute. Esiste il danno diretto (allergie, qualche intossicazione), ma poiché tutti i pesticidi sono causa provata di tumori, danni neurologici e molti altri, il danno in assoluto più grave è quello indiretto, causato dall’uso dei pesticidi: questo, come abbiamo visto, viene quadruplicato nelle colture di Ogm vegetali che, al 70%, sono modificati per resistere proprio ai pesticidi (diserbanti). Il danno deriva anche dal residuo 30% di piante Ogm, modificate per divenire esse stesse pesticida e combattere in tal modo gli insetti predatori. Gli effetti devastanti di tanta tossicità che dalle colture Ogm si trasmette nell’ambiente circostante, sono ben noti nei paesi dove gli Ogm vengono coltivati. Due sole testimonianze: il ripetuto allarme degli agricoltori USA causato dalle “superweeds” (supererbacce), ovvero piante infestanti divenute talmente “resistenti” da rendere necessario il ricorso a veleni sempre più potenti (www.equivita.it/index.php/it/newslettermanipolazioni), e l’appello lanciato in tutto il mondo dei medici argentini per salvare la popolazione argentina dagli effetti gravissimi dell’inquinamento chimico dovuto alla soia Ogm (www.equivita.it/index.php/it/comunicati/12-comunicati/401-comunicato-310711).
E’ errato sostenere che gli Ogm risolveranno i problemi nutritivi e ambientali. In oltre 15 anni di produzione, le uniche caratteristiche introdotte negli Ogm che hanno trovato applicazione pratica sono state le due già citate: resistenza ai diserbanti e tossicità per gli insetti predatori. Due tratti “commerciali” e non certo “migliorativi”, che, come abbiamo visto, hanno causato non pochi problemi agli agricoltori, all’ambiente e ai cittadini.
E’ errato non rivelare che gli Ogm si diffondono in modo incontrollato (nell’aria, l’acqua e il suolo) anche a molti chilometri di distanza, rendendo in pratica impossibile la loro coesistenza con le colture tradizionali o biologiche. Non è un caso infatti che la UE, dopo avere stabilito le regole di tracciabilità e di etichettature degli Ogm al fine di consentire la nostra libera scelta alimentare, si sia arresa davanti all’ultimo capitolo, quello delle regole di coesistenza, e ne abbia delegato la stesura agli Stati membri.
E’ errato non far sapere che gli Ogm sono stati, per le industrie che in essi hanno investito a partire dal 1980,“il peggiore investimento degli ultimi anni” e che degli attuali terreni coltivati in Europa essi coprono soltanto lo 0,06% di superficie. Ciò si deve al fortissimo movimento d’opposizione che ha contrastato l’influenza dei “poteri forti” sui governi. Oggi la Monsanto (una delle più importanti multinazionali biotech) ha rinunciato ad esportare il mais MON810 in Francia e la BASF, maggiore azienda chimica mondiale, ha rinunciato al suo piano di sviluppo di Ogm in tutta Europa … mentre un’analoga situazione di stallo riguarda pure l’Asia e le Americhe … Oggi infatti l’80% delle coltivazioni Ogm del mondo si trovano concentrate in sole 4 nazioni: Stati Uniti, Canada, Brasile e Argentina.
E’ oltremodo scorretto non far sapere che la caratteristica più importante che contraddistingue gli Ogm è che tali organismi (sia piante che animali), con il pretesto della modifica genetica, vengono brevettati, ovvero privatizzati. La multinazionale detentrice del brevetto potrà esigere da quel momento il “diritto di brevetto” ad ogni risemina della pianta, ad ogni ciclo riproduttivo dell’animale. Migliaia di azioni legali ne sono derivate, promosse dai “colossi” del biotech (la più famosa quella della Monsanto contro il canadese Percy Schmeiser, che con grande coraggio si oppose dimostrando che nelle sue colture di colza, minacciate di sequestro, gli Ogm non erano stati seminati ma erano giunti per inquinamento).
E’ oltremodo scorretto non ricordare - quando si parla di Ogm - che la materia vivente del pianeta è il “bene comune” più prezioso di noi tutti (più dell’acqua) e che la nuova legge brevettuale (definita dagli esperti “mostro giuridico”), adottata negli Stati Uniti nel 1980, poi in Europa nel 1998, ha dato inizio ad una nuova forma di colonizzazione dei paesi poveri da parte delle multinazionali dei paesi ricchi, il fine evidente di queste ultime essendo il controllo del mercato più vasto e più ambito: il mercato del cibo (e la minaccia riguarda anche l’Europa).
E’ importante invece che si capisca che gli Ogm sono ben lontani dall’essere, come qualcuno tenta ancora di far credere, uno strumento per l’equa distribuzione del cibo. La fame nel mondo – tutti ormai lo sanno - non è dovuta a carenza di cibo (che al momento non scarseggia, come dichiara anche la FAO) ma ad una carenza di denaro dei paesi poveri, costretti ad esportare la loro produzione agricola di sussistenza, rinunciando a sovranità e sicurezza alimentari.
E’ importante che si sappia che a quest’ultima rinuncia si aggiungono ulteriori danni, che vanno dalla scomparsa di tradizioni e culture locali al pagamento dei diritti di brevetto, al rischio di vedere i raccolti vanificati (vedi gli esiti del cotone bt in india e i 200.000 suicidi di piccoli agricoltori di quel paese). Ma il danno più grave che si aggiunge è la perdita di biodiversità, vera ed unica ricchezza dei paesi poveri.
Per tutte queste ragioni gli Ogm, lungi dall’essere strumento di un’equa distribuzione del cibo, sono al contrario un fattore importante della crisi di fame nel mondo e di una pericolosa deriva del pianeta verso un’ingiustizia sempre più diffusa.
http://www.equivita.org/
Il Comitato scientifico EQUIVITA (già CSA), che sin dagli albori ha seguito il lancio sul mercato di questi alimenti e le vicende politiche che lo hanno accompagnato (a livello sia europeo che globale) ritiene sia suo dovere rendere note alcune precisazioni e smentire informazioni errate che sono state pubblicate.
E’ errato affermare che senza l’ingegneria genetica non avremmo alcuni dei prodotti italiani più tipici: incroci e mutagenesi non hanno nulla a che vedere con le modifiche genetiche che danno origine agli Ogm.
E’ errato far intendere che chi si oppone agli Ogm è contrario all’uso delle biotecnologie e alla ricerca. Al contrario, chi come noi si oppone ad un uso improprio delle biotecnologie chiede cha la ricerca venga incentivata, ma avvenga in ambiente confinato per evitare il rischio di una contaminazione dagli effetti imprevedibili quanto incontrollabili (via libera dunque alla ricerca in laboratorio e in particolare alla ricerca farmacologica, purchè vengano rispettati i necessari paletti etici).
E’ errato affermare, come hanno fatto per anni le multinazionali e come molti sostengono tuttora, che gli Ogm consentono di “combattere la fame nel mondo” in quanto producono di più. Numerosi studi scientifici, incluso il rapporto IAASTD di 400 scienziati indipendenti, commissionato dalla Nazioni Unite, hanno dimostrato che gli Ogm producono in media un 10% in meno delle colture convenzionali.
E’ errato sostenere che gli Ogm consentono di ridurre l’uso dei pesticidi: gli stessi studi hanno tutti dimostrato che con gli Ogm l’uso dei pesticidi aumenta di ben 4 volte!
E’ errato non far sapere che il FDA, ente di controllo statunitense, che autorizza al commercio ogni prodotto nuovo, dovette ricorrere alla definizione di “sostanze sostanzialmente equivalenti a quelle naturali” per aggirare l’ostilità dei suoi stessi scienziati a rilasciare i permessi.
E’ errato sostenere che gli Ogm non recano danno alla salute. Esiste il danno diretto (allergie, qualche intossicazione), ma poiché tutti i pesticidi sono causa provata di tumori, danni neurologici e molti altri, il danno in assoluto più grave è quello indiretto, causato dall’uso dei pesticidi: questo, come abbiamo visto, viene quadruplicato nelle colture di Ogm vegetali che, al 70%, sono modificati per resistere proprio ai pesticidi (diserbanti). Il danno deriva anche dal residuo 30% di piante Ogm, modificate per divenire esse stesse pesticida e combattere in tal modo gli insetti predatori. Gli effetti devastanti di tanta tossicità che dalle colture Ogm si trasmette nell’ambiente circostante, sono ben noti nei paesi dove gli Ogm vengono coltivati. Due sole testimonianze: il ripetuto allarme degli agricoltori USA causato dalle “superweeds” (supererbacce), ovvero piante infestanti divenute talmente “resistenti” da rendere necessario il ricorso a veleni sempre più potenti (www.equivita.it/index.php/it/newslettermanipolazioni), e l’appello lanciato in tutto il mondo dei medici argentini per salvare la popolazione argentina dagli effetti gravissimi dell’inquinamento chimico dovuto alla soia Ogm (www.equivita.it/index.php/it/comunicati/12-comunicati/401-comunicato-310711).
E’ errato sostenere che gli Ogm risolveranno i problemi nutritivi e ambientali. In oltre 15 anni di produzione, le uniche caratteristiche introdotte negli Ogm che hanno trovato applicazione pratica sono state le due già citate: resistenza ai diserbanti e tossicità per gli insetti predatori. Due tratti “commerciali” e non certo “migliorativi”, che, come abbiamo visto, hanno causato non pochi problemi agli agricoltori, all’ambiente e ai cittadini.
E’ errato non rivelare che gli Ogm si diffondono in modo incontrollato (nell’aria, l’acqua e il suolo) anche a molti chilometri di distanza, rendendo in pratica impossibile la loro coesistenza con le colture tradizionali o biologiche. Non è un caso infatti che la UE, dopo avere stabilito le regole di tracciabilità e di etichettature degli Ogm al fine di consentire la nostra libera scelta alimentare, si sia arresa davanti all’ultimo capitolo, quello delle regole di coesistenza, e ne abbia delegato la stesura agli Stati membri.
E’ errato non far sapere che gli Ogm sono stati, per le industrie che in essi hanno investito a partire dal 1980,“il peggiore investimento degli ultimi anni” e che degli attuali terreni coltivati in Europa essi coprono soltanto lo 0,06% di superficie. Ciò si deve al fortissimo movimento d’opposizione che ha contrastato l’influenza dei “poteri forti” sui governi. Oggi la Monsanto (una delle più importanti multinazionali biotech) ha rinunciato ad esportare il mais MON810 in Francia e la BASF, maggiore azienda chimica mondiale, ha rinunciato al suo piano di sviluppo di Ogm in tutta Europa … mentre un’analoga situazione di stallo riguarda pure l’Asia e le Americhe … Oggi infatti l’80% delle coltivazioni Ogm del mondo si trovano concentrate in sole 4 nazioni: Stati Uniti, Canada, Brasile e Argentina.
E’ oltremodo scorretto non far sapere che la caratteristica più importante che contraddistingue gli Ogm è che tali organismi (sia piante che animali), con il pretesto della modifica genetica, vengono brevettati, ovvero privatizzati. La multinazionale detentrice del brevetto potrà esigere da quel momento il “diritto di brevetto” ad ogni risemina della pianta, ad ogni ciclo riproduttivo dell’animale. Migliaia di azioni legali ne sono derivate, promosse dai “colossi” del biotech (la più famosa quella della Monsanto contro il canadese Percy Schmeiser, che con grande coraggio si oppose dimostrando che nelle sue colture di colza, minacciate di sequestro, gli Ogm non erano stati seminati ma erano giunti per inquinamento).
E’ oltremodo scorretto non ricordare - quando si parla di Ogm - che la materia vivente del pianeta è il “bene comune” più prezioso di noi tutti (più dell’acqua) e che la nuova legge brevettuale (definita dagli esperti “mostro giuridico”), adottata negli Stati Uniti nel 1980, poi in Europa nel 1998, ha dato inizio ad una nuova forma di colonizzazione dei paesi poveri da parte delle multinazionali dei paesi ricchi, il fine evidente di queste ultime essendo il controllo del mercato più vasto e più ambito: il mercato del cibo (e la minaccia riguarda anche l’Europa).
E’ importante invece che si capisca che gli Ogm sono ben lontani dall’essere, come qualcuno tenta ancora di far credere, uno strumento per l’equa distribuzione del cibo. La fame nel mondo – tutti ormai lo sanno - non è dovuta a carenza di cibo (che al momento non scarseggia, come dichiara anche la FAO) ma ad una carenza di denaro dei paesi poveri, costretti ad esportare la loro produzione agricola di sussistenza, rinunciando a sovranità e sicurezza alimentari.
E’ importante che si sappia che a quest’ultima rinuncia si aggiungono ulteriori danni, che vanno dalla scomparsa di tradizioni e culture locali al pagamento dei diritti di brevetto, al rischio di vedere i raccolti vanificati (vedi gli esiti del cotone bt in india e i 200.000 suicidi di piccoli agricoltori di quel paese). Ma il danno più grave che si aggiunge è la perdita di biodiversità, vera ed unica ricchezza dei paesi poveri.
Per tutte queste ragioni gli Ogm, lungi dall’essere strumento di un’equa distribuzione del cibo, sono al contrario un fattore importante della crisi di fame nel mondo e di una pericolosa deriva del pianeta verso un’ingiustizia sempre più diffusa.
http://www.equivita.org/
mercoledì 14 marzo 2012
ANIMALI – Amore di mamma orso
Allo zoo di Mosca a novembre sono nati tre sfortunati cuccioli di orso polare. La madre, rinchiusa in una gabbia, ha fatto molta fatica a metterli alla luce. A un mese dal parto ha iniziato a rifiutarsi di mangiare e si è rifugiata in un angolo nascosto, nel tentativo di proteggere i suoi piccoli non ancora nati. Forse non voleva farli nascere in prigione. Mamma orso ha tenuto i cuccioli nascosti in una tana all’interno del recinto per quattro mesi prima di farli uscire, qualche giorno fa, alla vista del pubblico, dal quale sono separati da una lastra di vetro. La notizia ha fatto il giro del mondo, anche perché l’orso bianco è una specie a rischio estinzione, ed è stata accolta con gioia dai cittadini moscoviti ai quali spetterà, con un referendum, decidere il nome dei tre fratellini…. Un’altra storia di ignoranza e arroganza umana. Continuiamo a trattare gli animali come oggetti di divertimento umanizzandoli per sentirci meno stupidi e colpevoli.
Teatro civile-gastronomico a Bologna
A Bologna il 16 e il 23 marzo 'Mafie in pentola', teatro civile-gastronomico che associa Cibo – biologico – e Legalità. La pièce va in scena, ma anche in tavola, alle 20 all’Alce Nero Caffè in via Petroni 9.
‘Mafie in pentola. Libera Terra, il sapore di una sfida’ racconta un viaggio tra le cooperative di Libera Terra, dove è nata una "bella economia" i cui cardini si chiamano agricoltura biologica, qualità, lavoro e rispetto delle leggi. È uno spettacolo che si fonda sulla speranza e sulla rinascita, dell’uomo come della terra, e che sazia la fame di legalità e di cose buone, facendo del cibo un’importante occasione di riscatto sociale.
Nella Piana di Gioia Tauro, dove un tempo la ‘Ndrangheta abbatteva gli ulivi per ricavarne legname e non cederlo alle cooperative, si originano oggi quei polloni che daranno l’olio della speranza; i vigneti che la Sacra Corona Unita bruciava in Puglia ora tornano a fiorire e a regalare un grande vino; in Sicilia si afferma un’agricoltura che rompe il muro delle regole mafiose e versa i contributi ai lavoratori.
Per saperne di più http://www.greenplanet.net/
‘Mafie in pentola. Libera Terra, il sapore di una sfida’ racconta un viaggio tra le cooperative di Libera Terra, dove è nata una "bella economia" i cui cardini si chiamano agricoltura biologica, qualità, lavoro e rispetto delle leggi. È uno spettacolo che si fonda sulla speranza e sulla rinascita, dell’uomo come della terra, e che sazia la fame di legalità e di cose buone, facendo del cibo un’importante occasione di riscatto sociale.
Nella Piana di Gioia Tauro, dove un tempo la ‘Ndrangheta abbatteva gli ulivi per ricavarne legname e non cederlo alle cooperative, si originano oggi quei polloni che daranno l’olio della speranza; i vigneti che la Sacra Corona Unita bruciava in Puglia ora tornano a fiorire e a regalare un grande vino; in Sicilia si afferma un’agricoltura che rompe il muro delle regole mafiose e versa i contributi ai lavoratori.
Per saperne di più http://www.greenplanet.net/
giovedì 8 marzo 2012
FORMAZIONE - Nasce in Germania una scuola internazionale sulla green economy
A Wildpoldsried, in Baviera, considerato il Comune più ecologico del mondo, nascerà una scuola internazionale sulla green economy, specializzata soprattutto sulle energie da fonti rinnovabili.
Per parte italiana, l'iniziativa è sostenuta da Accademia Kronos, ente nazionale di protezione della natura, che invierà a maggio dirigenti e tecnici per inaugurare "La casa del Sole", una struttura energeticamente autosufficiente, con annessa foresteria e dotata di laboratori, aule didattiche e centro congressi. I 60 studenti che arriveranno da ogni parte del mondo impareranno le regole dello sviluppo sostenibile e responsabile: applicazioni energetiche pulite, trasformazione delle industrie inquinanti in industrie a impatto zero, agricoltura ecosostenibile e nella bonifica dei terreni avvelenati da precedenti agricolture chimizzate.
fonte: http://www.greenplanet.net/
Per parte italiana, l'iniziativa è sostenuta da Accademia Kronos, ente nazionale di protezione della natura, che invierà a maggio dirigenti e tecnici per inaugurare "La casa del Sole", una struttura energeticamente autosufficiente, con annessa foresteria e dotata di laboratori, aule didattiche e centro congressi. I 60 studenti che arriveranno da ogni parte del mondo impareranno le regole dello sviluppo sostenibile e responsabile: applicazioni energetiche pulite, trasformazione delle industrie inquinanti in industrie a impatto zero, agricoltura ecosostenibile e nella bonifica dei terreni avvelenati da precedenti agricolture chimizzate.
fonte: http://www.greenplanet.net/
mercoledì 7 marzo 2012
ANIMALI – Quando l’uomo stravolge la natura
Nel “Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry si dice che una volta addomesticata una specie animale, noi umani ne siamo responsabili per sempre. E così è per i cani che allo stato di randagi e di branco a contatto con le società umane vanno incontro a una vita misera e piena di pericoli, certamente non idonea alla loro natura di animali addomesticati. Quello che sta succedendo nella zona del Parco Sud è il risultato di maltrattamenti e comportamenti illegali come denuncia Massimo Turci, Consigliere delegato della Provincia di Milano al Benessere animale.
"I cani sono l'ultimo anello, e il più debole, di una catena che parte da lontano". Inizia così Massimo Turci. "Ci sono zone ai margini della città considerate terra di nessuno, qui i cani vengono addestrati per i combattimenti clandestini e quando viene meno il loro apporto in termini di litigiosità e violenza vengono abbandonati al loro destino. Sono animali a cui la criminalità organizzata ha riservato solo sofferenza e botte, per poi lasciarli a vagare incustoditi nel territorio del Parco Sud. D'altronde già nei campi nomadi mancano spesso i requisiti minimi di vivibilità per le persone, vi sono zone di grande degrado igienico e sociale , in questa sottocultura il problema degli animali è secondario. La soluzione - ha proseguito Turci - spazia su almeno due direttrici, la prima verte su di una vera e autentica collaborazione (come noi della Provincia chiediamo da tempo) tra Enti Locali, Associazioni e forze dell'Ordine, sarebbe utile una cabina di regia per razionalizzare gli interventi mentre in questo momento è già difficile convincere la Polizia Locale (non quella Provinciale) ad intervenire. La seconda direttrice è quella del lungo intenso lavoro di prevenzione e cultura animalista. Un lavoro - ha concluso Turci - che necessita di formazione sia per gli agenti, che per i cittadini, i volontari ed anche gli amministratori che, a furia di sottovalutare questi problemi, si ritrovano ora a gestire una situazione esplosiva. Il nostro impegno è proprio quello di costituire un Ufficio Diritti Animali in ogni comune come presidio di lotta alla criminalità e alle zoomafie, non serve additare i cani come colpevoli se non si è disposti a riconoscere e distinguere i vari aspetti del problema. L'auspicio è che i cani coinvolti siano ora catturati con metodi non violenti, riconvertiti da un percorso riabilitativo e dichiarati adottabili, nella speranza che il sacrificio del povero pensionato sia l'occasione per iniziare con fermezza la bonifica del territorio partendo proprio dalla fascia tra Milano Cusago e Trezzano".
domenica 4 marzo 2012
FASHION – Katharine Hamnett per Solidal Coop
Katharine Hamnett firma in esclusiva per Solidal Coop una collezione etica costituita da capi in cotone bio certificato e FLO, disponibile a partire dall’8 marzo nei supermercati Coop e online.
Le t-shirt riportano frasi classiche della stilista inglese che è stata fra le prime a utilizzare questa forma di linguaggio per lanciare messaggi: “Stop and think”, “Knowledge is power”, “Choose love”, “Save the future”. La maglietta simbolo della collezione è quella con la scritta “Together is possibile” che celebra l’Anno Internazionale della Cooperazione.La collezione sarà presentata a Milano l’8 marzo alle ore 12.00 nell’atrio della Stazione Garibaldi, con un evento cui partecipano i ballerini della scuola M.A.S. e i fotografi, allievi del NABA.
Le t-shirt riportano frasi classiche della stilista inglese che è stata fra le prime a utilizzare questa forma di linguaggio per lanciare messaggi: “Stop and think”, “Knowledge is power”, “Choose love”, “Save the future”. La maglietta simbolo della collezione è quella con la scritta “Together is possibile” che celebra l’Anno Internazionale della Cooperazione.La collezione sarà presentata a Milano l’8 marzo alle ore 12.00 nell’atrio della Stazione Garibaldi, con un evento cui partecipano i ballerini della scuola M.A.S. e i fotografi, allievi del NABA.
giovedì 1 marzo 2012
A Change up! la prima edizione del Premio C2C
Il Premio C2C menzionato nell'articolo di Elena Comelli che condividiamo con piacere, è stato vinto da RivaViva all'edizione Winter di Change up! Scelgo io®, che si è tenuto dal 18 al 20 novembre 2011 allo Spazio Superstudio Più di via Tortona. Il concorso era dedicato ai prodotti e servizi delle imprese espositrici e, in quanto organizzatori, vogliamo ricordare che una menzione speciale è andata a Vipot, il vaso in lolla di riso completamente biodegradabile: esempio del cradle2cradle in quanto utilizza un materiale di scarto per un prodotto naturale che, alla fine del suo ciclo di vita, diventa risorsa per la produzione di energia come biomassa.
Riciclo perpetuo : la grande sfida della nuova rivoluzione industriale - Corriere.it
Riciclo perpetuo : la grande sfida della nuova rivoluzione industriale - Corriere.it
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