Ci sono cinque ragazzi che da venerdì 14 ottobre stazionano sul tetto del capannone numero1 di Green Hill con uno striscione che recita “ Questo lager deve chiudere”. Insieme a loro, nei pressi del capannone dove è stato organizzato dal Comitato Fermare Green Hill un presidio autorizzato , ci sono tante persone che hanno raccolto l’invito in difesa di questa battaglia (http://www.fermaregreenhill.net/).
Per chi non lo sapesse il “romantico” nome Green Hill è quello di una società che “produce” cani beagle da vendere ai laboratori di sperimentazione animale o più brutalmente vivisezione. La filiale italiana si trova a Montichiari (Bs) e dal capannone numero1 partono i cuccioli destinati ai laboratori. Sono cuccioli di beagle con l’unica colpa di essere appunto cani beagle, particolarmente “adatti” alla sperimentazione. Esseri viventi strappati alle loro madri senza un minimo di compassione.
A Green Hill sono detenuti oltre 2.700 beagle e ogni mese 250 cuccioli partono per un viaggio senza ritorno verso i laboratori di tutta Europa.
Una vergogna per qualsiasi Paese che si ritenga civile. Una macchia sulla coscienza di tutti noi. Proviamo solo per un attimo a immaginare cosa voglia dire trovarsi in una gabbia senza sapere perché, essere caricati su un camion e portati in una stiva di aeroplano per poi giungere alla destinazione finale. E purtroppo non morire subito ma dovere subire torture, terrore, dolore fisico e morale, senza nemmeno avere potuto vivere la propria esistenza da beaggle. Nessuno ha il diritto di infliggere tanta crudeltà a un altro essere vivente.
E le istituzioni dove sono? Il Sindaco della città di Monticchiari, Elena Zanola, liquida la faccenda sostenendo che "l'allevamento rispetta la normativa vigente, quindi l'amministrazione comunale non ha alcuna facoltà di chiuderlo come chiede il comitato". Ma quale norma vigente? Quella di lucrare sul dolore di esseri indifesi? Viene da chiedersi. Renzo Bossi lo scorso maggio, dopo una protesta che portò a Montichiari migliaia di persone, ha presentato un progetto di legge volto a limitare, se non addirittura ad azzerare, l'attività di Green Hill, ma conoscendo le lungaggini e le priorità della politica ad oggi nulla ancora è stato fatto.
E i media? La notizia comincia a essere seguita, soprattutto a livello locale ma anche da alcuni giornalisti illuminati (Qui Brescia, Corriere del Ticino, Newnotizie, GeaPress, Giornale di Brescia, Brescia Oggi, Radio Lombardia, TG1, AdnKronos e Il Giorno). Le battaglie di civiltà devono essere sostenute in primis dai medi. Purtroppo i diritti degli animali, nonostante negli ultimi anni siano diventati più "notiziabili" non conquistano ancora le prime pagine. C'è ancora tanta strada da fare verso una “civiltà dell’empatia”, come auspica Jeremy Rifkin, economista e studioso statunitense. Ma nonostante tutto e con il dolore del pensiero che prima di chiudere questo lager tanti cani dovranno ancora soffrire, molte persone continuano a combattere per garantire il diritto alla vita di ogni creatura e nessuno le potrà fermare. Finché diventerà la battaglia di tutti.
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