Ieri, 25 novembre, in tutto il mondo si è celebrata la Giornata
ONU contro la violenza sulle donne. Giorgio Napolitano ha insignito l'Onorificenza
di Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana all’avvocatessa
Lucia Annibali, sfregiata con l’acido su ordine dell’ex compagno. Un gesto
simbolico, apprezzabile. Meno apprezzabili invece, la stessa sera, le parole di
due donne ospiti della trasmissione Piazzapulita su La7. Una deputata e una giornalista che, in nome di
un presunto atteggiamento di “modernità e apertura mentale” commentando le
protagoniste del caso Ruby, hanno difeso la libertà delle donne di fare le
escort. Ma la deputata è andata anche oltre sostenendo che la maggior parte
delle donne subisce il fascino dell’uomo di potere e mette in campo arti
seduttive per compiacerlo. Chi ha provato a ribellarsi a queste parole è stato
tacciato di moralismo in una confusione di parole e significati fuorviante ed
esasperante. Non si tratta infatti di moralismo ma di civiltà e progresso.
Finché ci saranno donne che la pensano come la deputata e la giornalista non
saranno valorizzate appieno tutte quelle donne che invece, al pari degli
uomini, si impegnano per costruirsi un’attività lavorativa e un’indipendenza economica
con serietà e fatica. Se si continua a far passare il messaggio che una donna
che usa il proprio corpo per fare carriera è libera di farlo e se così facendo raggiunge i
suoi obiettivi di benessere economico può considerarsi realizzata, non
riusciremo mai a emancipare definitivamente le donne dal loro ruolo subalterno
e di dipendenza materiale e psicologica dal maschio. Sognare un mondo in cui la
prostituzione in tutte le sue sfaccettature cessi di esistere non è moralismo ma elevazione della condizione
femminile e dell'individuo. Spesso sono purtroppo ancora le donne a porre un freno al loro
stesso progresso. Sono invece proprio le donne le uniche che oggi possono dare
un impulso forte al progresso sociale e culturale e illuminare una strada nuova
che vada oltre la civiltà patriarcale descritta dallo psicologo e
psicoterapeuta Claudio Naranjo nei suoi saggi, un modello fallimentare che ci
trasciniamo da tempi antichi. E’ il momento di cambiare passo, le donne sono
chiamate a iniziare un percorso difficile che deve iniziare innanzitutto da un
progresso e da una crescita individuale. Devono diventare fari illuminanti verso una strada
nuova, senza arroganza ma prendendo per mano il proprio destino e quello dell’umanità.
L’auspicio è che nelle piazze del mondo il 25 novembre possa trionfare per una volta la coerenza: le scarpe rosse siano portate da persone, donne e uomini, che hanno una visione chiara della strada da intraprendere.
L’auspicio è che nelle piazze del mondo il 25 novembre possa trionfare per una volta la coerenza: le scarpe rosse siano portate da persone, donne e uomini, che hanno una visione chiara della strada da intraprendere.
Silvia Massimino
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